«Un’alluvione come quella delle Marche succede ogni mille anni», il primo report della Protezione civile: strumenti in tilt in un’ora

Un evento eccezionale quello dello scorso 15 settembre secondo i tecnici della Protezione civile. E soprattutto con dati sulla pioggia caduta totalmente fuori scala

L’alluvione dello scorso 15 settembre nelle Marche è stato un evento talmente improvviso da travolgere gli strumenti di monitoraggio. Quanta pioggia sia davvero caduta in quella notte non sarebbe possibile saperlo dagli idrometri del sistema della Protezione civile, «danneggiati o spazzati via» dalla furia della acqua nel giro di un’ora, tra le 20.30 e le 21.30. Nel rapporto evento della Protezione civile, pubblicato sul sito della Regione Marche, si parla di un evento sostanzialmente eccezionale, «che ha una probabilità di accadimento una volta oltre 1.000 anni». I tecnici sostengono che sia stato superato ogni record di precipitazione da quando esiste la serie storica cominciata nel 1929: «I tempi di ritorno delle cumulate di pioggia negli intervalli di tempo 3 ore e 6 ore hanno raggiunto valori ‘fuori scala’ rispetto alle metodologie utilizzate, sicuramente superiori a 1.000 anni». Un dato confermato, secondo la sintesi tecnica della protezione civile «dall’estensione delle aree alluvionate dal fiume che hanno occupato anche terreni deposti come minimo in epoca medioevale».


Ad esempio, spiega la relazione, la stazione pluviometrica di Colle situata tra Montecarotto e Serra de’ Conti «ha superato negli intervalli 3 e 6 ore con 162,4 mm e 186,4 mm i record storici di precipitazione di tutta la serie registrata nelle Marche a partire dal 1929». Un dato che potrebbe anche essere sottostimato, spiegano i tecnici. Gli idrometri della rete di monitoraggio installati nei bacini di Misa e Nevola per seguire l’andamento dei livelli idrici, eccettuato quello di Bettolelle, a valle della confluenza tra i due fiumi, «sono stati danneggiati o spazzati via da una improvvisa ondata di piena che ha sormontato i sensori senza dargli neanche il tempo di segnalare l’aumento dei livelli registrati. Questo ha reso impossibile il monitoraggio strumentale di quanto si stava verificando. In un intervallo di un’ora all’incirca tra le 20.30 e le 21.30 si è in pratica passati da una situazione misurata di pochi centimetri di acqua in alveo, ad una situazione di assenza del dato».


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