Roberto Saviano sul Guardian: «Giorgia Meloni premier è un pericolo per l’Italia e l’Europa»

Lo scrittore: è della scuola politica di Berlusconi, pensa che più una bugia è grande più la gente ci crederà

Lo scrittore Roberto Saviano si schiera. E alla vigilia delle elezioni del 25 settembre dice che la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni rappresenta un pericolo per l’Italia e per l’Europea. Saviano parla in un lungo articolo pubblicato sul Guardian. Nel quale sostiene che il politico più vicino a Meloni in Europa sia Viktor Orbàn. Ovvero l’uomo che ha distrutto l’opposizione e i diritti civili in Ungheria. Definita un’autocrazia elettorale dal parlamento europeo. Insieme hanno l’obiettivo di rafforzare l’estrema destra europea usando la sovranità nazionale e la famiglia. Lo scrittore ricorda i tanti selfie dei due e le posizioni comuni su aborto e Lgbt. E dice che insieme condividono l’obiettivo di una società non basata sui diritti individuali ma sull’autoritarismo sovranista. Ancora: il partito della Meloni, secondo Saviano, è riuscito negli ultimi anni ad ampliare il suo bacino elettorale sfruttando la paura dei migranti. Il suo partito ha evitato gli errori più clamorosi di Matteo Salvini. In campagna elettorale si è travestita da moderata. Smorzando e smussando il suo messaggio. Ma soprattutto, riflette lo scrittore, l’estrema destra può vincere in Italia perché la sinistra non è riuscita, così come in gran parte del mondo, a offrire visioni o strategie credibili. La sinistra chiede alla gente di votare contro la destra, ma manca di una visione politica e di un’alternativa economica. Sembra elitaria nella sua comunicazione. Mentre gli slogan e i concetti elementari della destra fanno più presa sull’elettorato. Non c’è da stupirsi, conclude lo scrittore, che Meloni non abbia avuto scrupolo a twittare il video di uno stupro presumibilmente perpetrato da un richiedente asilo per raccogliere consensi. Lei si avvicina alla scuola di bugie politiche di Berlusconi. Che sostiene che più una bugia è grande, più la gente ci crederà. Ma attenzione, conclude: dove va l’Italia oggi presto l’Europa la seguirà.


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