Sì, Conte ha ragione: i poveri sono aumentati con i governi sostenuti da Meloni

Il presidente del M5S ha affermato: «L’ultima volta che Meloni è stata al governo, prima con Berlusconi e Salvini, e poi come stampella di quello tecnico, le persone in povertà assoluta sono passate da 2,1 a 3,5 milioni»

Il 22 settembre il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte ha criticato su Facebook la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, che ha promesso di modificare il reddito di cittadinanza se andrà al governo. Secondo Conte, il numero di persone in povertà assoluta è aumentato da 2,1 milioni a 3,5 milioni l’«ultima volta» che Meloni «è stata al governo, prima con Berlusconi e Salvini, e poi come stampella» del governo tecnico di Mario Monti. Da maggio 2008 a novembre 2011, Meloni è stata ministra della Gioventù del quarto governo Berlusconi, sostenuto dal Popolo delle libertà, di cui Meloni era deputata, e dalla Lega Nord, all’epoca guidata da Umberto Bossi (Matteo Salvini, tra il 2008 e il 2009, è stato deputato, e poi fino al 2014 europarlamentare, diventando segretario della Lega nel 2013). Meloni ha poi votato la fiducia al governo tecnico di Monti, rimasto in carica fino ad aprile 2013, a cui non ha poi risparmiato critiche, che portarono alla sua uscita dal Popolo delle libertà e alla nascita, a fine 2012, di Fratelli d’Italia. Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri ed è vero: nel periodo di tempo indicato da Conte, i poveri in Italia sono aumentati.

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata il 20 settembre 2022 sul sito di Pagella Politica. Clicca qui per scoprire tutti i fact-checking, divisi per politici e partiti.

Per chi ha fretta:

  • Il presidente del Movimento 5 Stelle ha ragione.
  • Nel 2008, anno di insediamento del governo in cui Meloni era ministra, i cittadini in povertà assoluta in Italia erano circa 2,1 milioni, saliti a oltre 3,5 milioni nel 2012.

Analisi

Secondo i dati Istat, nel 2008 vivevano nel nostro Paese 2,1 milioni di persone in povertà assoluta, in crescita rispetto agli 1,8 milioni del 2007. Nel 2012 erano saliti fino a oltre 3,5 milioni. Le due cifre citate da Conte sono dunque corrette, anche se va sottolineato che nel 2007 è scoppiata la crisi finanziaria a livello internazionale e che tra il 2010 e il 2011 c’è stata la crisi del debito sovrano nell’Unione europea. Ricordiamo che quando si parla di «povertà assoluta» si fa riferimento ai cittadini che non raggiungono una spesa minima mensile per beni e servizi considerati necessari per mantenere uno standard di vita accettabile. La soglia della povertà assoluta non è fissa, ma varia a seconda della grandezza del nucleo familiare, dell’età dei suoi membri, dell’area del Paese e della grandezza della città in cui si vive.

Dopo i governi Letta, Renzi e Gentiloni, nel 2017 il numero di persone in povertà assoluta in Italia ha superato la quota di 5 milioni, rimanendo stabile nel 2018 e calando a 4,6 milioni nel 2019, anno di introduzione del reddito di cittadinanza. Nel 2020, a causa della pandemia di Covid-19, i cittadini in povertà assoluta sono poi aumentati a 5,6 milioni, numero rimasto stabile anche nel 2021. Secondo un’analisi dell’Istat, nel 2020 il reddito di cittadinanza e altri sussidi introdotti dal secondo governo Conte hanno permesso a un milione di persone di non trovarsi in condizione di povertà assoluta.

Conclusioni:

Secondo Giuseppe Conte, l’«ultima volta» che Meloni «è stata al governo, prima con Berlusconi e Salvini, e poi come stampella di quello tecnico, le persone in povertà assoluta sono passate da 2,1 a 3,5 milioni». Abbiamo verificato e, al netto del fatto che, durante il quarto governo Berlusconi, Salvini non era segretario della Lega, è vero che tra il 2008 e il 2012, quando è finita l’esperienza del governo Monti, a cui Meloni ha votato la fiducia, il numero di poveri in Italia è cresciuto. Nel 2008, anno di insediamento del governo in cui Meloni era ministra, i cittadini in povertà assoluta in Italia erano circa 2,1 milioni, saliti a oltre 3,5 milioni nel 2012.

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