Il video della fossa comune a Kupiansk e le accuse infondate dei russi contro l’esercito ucraino

Secondo gli ucraini il video proviene da un cellulare di un militare occupante, ma i russi rigirano le accuse utilizzando informazioni di fatto false. Un secondo video mostra due soldati russi

Circola un video dove viene mostrato il corpo di un uomo mentre lanciato all’interno di una una fossa comune a Kupiansk (Kupyansk), nella regione di Kharkiv. Secondo i canali russi, il video sarebbe stato registrato il 9 ottobre 2022 dal reggimento Azov e che le vittime sarebbero state accusate dagli ucraini di essere dei collaboratori dei russi. Il video è stato condiviso nel canale Telegram dell’ucraino Maksym Zhorin, ma risulta provenire da altre fonti e descritto in maniera diversa da come narrato dai canali russi. In questo articolo spiegheremo tecnicamente come la narrazione e le “prove” utilizzate dagli invasori siano prive di fondamento.

Per chi ha fretta

  • Un militare ucraino pubblica sul suo canale Telegram un video «registrato dai russi» dove vengono ripresi i corpi dei civili ucraini dentro una fossa comune a Kupiansk.
  • I russi contestano la versione ucraina, sostenendo che il video riprenda dei militari Azov che puniscono gli ucraini che hanno collaborato con gli occupanti.
  • I russi sostengono che il video sia stato girato lo stesso giorno in cui è stato pubblicato.
  • Il militare ucraino non è stato il primo a condividere il video, lo ha prelevato da un altro canale Telegram dove vengono accusati gli occupanti.
  • Il video condiviso non è quello originale, ma compresso e modificato da Telegram attraverso diverse condivisioni, perdendo i metadati reali.
  • Secondo i russi, la zona dove sarebbe stato registrato il video venne recuperata dall’esercito ucraino fin dal 20 settembre 2022. Indicando la vegetazione, sostengono che sia stato registrato a ottobre 2022.
  • Risulta che Kupiansk non sia stata completamente liberata dagli ucraini. Parte della zona di Kupiansk, dell’omonimo capoluogo, non era stata ancora liberata in data 5 ottobre 2022.
  • Un secondo video mostra due soldati russi che portano un uomo nudo e legato, molto probabilmente quello che verrà poi lanciato nella fossa comune, presente nello stesso video.

Analisi

Il video viene proposto, in un tweet pubblicato alle ore 15:07 del 9 ottobre 2022 (fuso orario italiano), con la seguente narrazione:

L’ex comandante del reggimento AZOV ha pubblicato filmati del massacro di civili a Kupyansk, che ha collaborato con le autorità russe. Le persone vengono torturate, con tracce di tortura e vengono seppellite in fosse comuni.

Il video circola anche via Facebook, con la seguente narrazione:

NON PER TUTTI. Maksym Zhorin, portavoce del reggimento Azov, ha pubblicato sul suo canale TG la sepoltura di civili di Kupyansk passati per le armi perché considerati collaborazionisti dei russi durante l’occupazione.

Il post di Maksym Zhorin

Maksym Zhorin condivide il video in un post delle ore 13:12 del 9 ottobre 2022 (fuso orario italiano). Il post è stato modificato alle ore 14:58 (fuso orario italiano) per aggiungere il secondo paragrafo:

Ще окупований Куп‘янськ, Харківська область. Цивільне населення. Розплата буде!

Відео взяте (https://t.me/catars_is/20252) з телефона окупанта.

@MaksymZhorin

Consultando un madrelingua ucraino, Zhorin racconta che il video è stato registrato a Kupiansk, nella regione di Kharkiv, occupata dai russi. Il secondo paragrafo, quello che scopriremo essere stato aggiunto in un secondo momento, rimanda al link della fonte. Il video, di fatto, proviene da un altro canale.

La modifica contestata

Nei canali filorussi, la modifica viene contestata facendo intendere che Zhorin abbia cambiato versione, sostenendo che il video provenisse dal cellulare di uno dei degli occupanti (russi):

Ukrainian Azov Battalion, Zhorin, on his Telegram Channel posted a footage of #UAF #Azovs massacring civilians in #Kupyansk, who they believed were #Russian collaborators. Noticed he wrote “payback will come” first and then 30 minutes changed to “taken from occupants phone”.

In realtà, la modifica riporta ciò che affermava ben prima la fonte di Zhorin: il post del canale Telegram @catars_is pubblicato alle ore 12:26 del 9 ottobre 2022 (fuso orario italiano). Nel post si afferma che il video risale a prima della liberazione della città da parte degli ucraini durante la recente controffensiva.

I presunti metadati del video

Secondo quanto riportato in alcuni tweet, i metadati del video rivelerebbero che sia stato girato il 9 ottobre 2022:

A Proposito del VIDEO.

Ecco i metadati del video che il nazista ucraino Zhorin ha postato oggi sul suo canale, in cui i nazisti ucraini uccidono civili a Kupyansk accusati di collaborare. Il video è stato registrato oggi il 9 ottobre 2022 alle 13:24 e pubblicato

Nella schermata proposta dai tweet filorussi, l’orario di creazione sarebbe quello delle ore 13:24 (nell’immagine sottostante evidenziato in giallo). Quale sarebbe il fuso orario? Attualmente, il fuso orario di Kiev e di Mosca rispetto a quello di Roma è di un’ora in avanti, pertanto si potrebbe dedurre che secondo il nostro fuso orario il file sarebbe stato creato alle ore 12:24.

Non sono i metadati del video originale

La schermata dei metadati mostrati dai canali e utenti filorussi riguarda il file scaricato dal canale di Zhorin il 9 ottobre 2022 alle ore 15:02 del dispositivo utilizzato per il download.

Il nome del file cambia a seconda dell’orario di download e dell’app utilizzata per scaricarlo, se quella mobile o quella desktop o nel caso si procedesse con il proprio browser (link qui). Scaricando il video dal canale di Zhorin il 9 ottobre 2022 da un cellulare in nostra dotazione alle ore 20:08 (fuso orario italiano), noterete che il nome file ottenuto è formato nella stessa maniera: le lettere VID, la data e l’orario de download. I metadati sono gli stessi del file scaricato da browser (qui).

Il nome del file cambia, ma i metadati? Scaricando dall’app desktop di Telegram, il nome file del video scaricato dal canale Telegram di Zhorin e quello della sua fonte (il canale @catars_is) è identico: IMG_3141.MP4. Identici, di conseguenza, sono i metadati che indicano lo stesso orario di creazione:

I metadati non riportano alcuna informazione precisa come il fuso orario e quantomeno qualche indicazione che porti a riconoscere il dispositivo elettronico utilizzato per registrarlo. Questo ci fa capire una cosa: il file che è stato condiviso dai canali Telegram ucraini non è l’originale, ma è stato modificato da Telegram stesso.

Come e quando Telegram cambia i metadati (e non solo)

In un precedente articolo avevamo parlato dell’operazione “Lancio della mangusta” riportando l’analisi dei video pubblicati dai capi dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, e della autoproclamata Repubblica di Lugansk, Leonid Pasecnik, dove i files erano quelli originali e montati dai loro tecnici. Non c’era stata alcuna modifica da parte di Telegram, il nome file era rimasto invariato e così tutti i metadati. Questa cosa succede per i canali Telegram, ma cosa succede se un video viene condiviso da un account all’altro? Le cose cambiano, come spiegato in un articolo pubblicato nel luglio 2022 dal sito Editprivacy.com.

Il test di Editprivacy.com consiste nello scattare una foto con la fotocamera del proprio cellulare (non da un’applicazione di messaggistica, ma dall’app principale/base per realizzare foto e video), così da salvare al suo interno tutti i metadati come il modello utilizzato e la geolocalizzazione, per poi condividerla via Telegram da un account a un altro (presente su un altro cellulare). Attraverso l’invio, Telegram non solo rimuove tutti i dati come la geolocalizzazione e il modello del cellulare utilizzato per scattare la foto, ma comprime il file creandone uno nuovo con un nome diverso. Abbiamo ripetuto il test, confermando a pieno la ricostruzione di Editprivacy.com. Non solo: abbiamo notato che la data di creazione del file è cambiata: da quella dello scatto originale all’orario di condivisione.

Il video circola e cambia

Diverso è il caso di un file originale condiviso in un canale Telegram, dove può mantenere il nome e i metadati originali. Come abbiamo spiegato già in precedenza, il video non è quello originale e non è stato caricato per la prima volta da Zhorin che lo aveva prelevato a sua volta dal canale @catars_is. Possiamo dire una cosa con certezza, ossia che il video sta circolando in via privata da dispositivo a dispositivo cambiando ogni volta qualcosa. Esiste un altro file, pubblicato dal canale Telegram @kupzradnuku alle ore 13:54 del 9 ottobre 2022 (fuso orario italiano), con lo stesso identico video e un nome file diverso se scaricato.

Lo stesso vale per il video caricato nel canale @jenya_zub_live_news pubblicato alle ore 13:54 (fuso orario italiano) dello stesso giorno: il video è lo stesso, ma il nome file diverso rispetto da tutti gli altri.

Scaricati i file dall’app desktop di Telegram, su @kupzradnuku viene nominato «IMG_1526.MP4» mentre da @jenya_zub_live_news «video_2022-10-10_13-21-45.mp4». Le riprese sono le stesse, ma oltre al nome risultano diversi la durata (6.33 secondo il primo, 6.27 il secondo e 6.34 il terzo) e la data di creazione del file (10:24 il primo, 11:20 il secondo e 11:53 il terzo secondo il fuso orario locale).

La narrazione fake legata al Ministero della Difesa russo

Come abbiamo raccontato nei precedenti articoli sulla propaganda russa, il 24 febbraio 2022 venne creato dal nulla un falso sito di fact-checking, pro invasione, anonimo e sponsorizzato dal Ministero della Difesa russo sul proprio sito: «War on fakes».

Il 9 ottobre 2022 alle ore 16:45 (fuso orario italiano) nel canale Telegram ufficiale compare un post con un fantomatico “fact-checking” del video pubblicato da Zhorin. Secondo i russi (screen sotto), il video sarebbe stato girato alle ore 13 (ora locale) secondo quanto riportato nei metadati, ma come abbiamo spiegato in questo articolo risulta un’affermazione falsa in quanto quello diffuso non è il file originale.

Secondo i russi, da parte degli ucraini verrebbe proposta una narrazione falsa come avvenuto a Bucha (nota: i russi sostengono ancora che la strage di Bucha sia opera degli ucraini). Per sostenere l’estraneità dell’esercito invasore, il canale promosso dal Ministero della Difesa di Mosca riporta che la località di Kupiansk sarebbe stata liberata intorno al 20 settembre 2022 e che nel video ci sarebbero troppe foglie per terra per essere stato girato in precedenza durante l’occupazione. Ciò che non viene raccontato è che un conto è parlare di Kupiansk in quanto città (nel centro dello screenshot sotto riportato da Google Maps), un altro è parlare dell’intera località di cui è capoluogo e che equivale come dimensione geografica alla Provincia di Como (1.279 km²).

Nella descrizione del video diffusa dagli ucraini non viene indicato il luogo della ripresa e l’intera località non era stata recuperata dagli ucraini il 20 settembre. L’unità militare Kraken annunciò il 27 settembre 2022 la liberazione di Kupiansk-Vuzlovy, mentre in un post del 4 ottobre 2022 la liberazione di Kivsharivka. Entrambe le due località si trovano a sud est del capoluogo Kupiansk.

In un video condiviso il 5 ottobre, in un tweet del ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, viene mostrata l’avanzata della controffensiva giorno dopo giorno. Ecco la mappa del 5 ottobre stesso, dove notiamo che l’intera area di cui fa capoluogo Kupiansk non è stata del tutto liberata.

Secondo il canale russo «War on Fakes», la vegetazione nel video dimostrerebbe che sia stato girato almeno a inizio ottobre 2022. Di fatto, l’intera area di Kupiansk non era stata del tutto liberata nei primi giorni del mese indicato.

Un secondo video e i soldati russi

Il canale Telegram @catars_is, in un post del 10 ottobre 2022 alle ore 19:37 (fuso orario italiano), pubblica un secondo video (anche questo compresso da Telegram) dove è possibile osservare due militari che portano con un uomo nudo e legato.

Il soldato sulla sinistra porta una fascia rossa nella coscia, colore usato proprio dai russi per identificarsi. L’altro indossa una patch dove si intuiscono tre colori, quelli della bandiera russa (bianco, blu, rosso). Sono loro i due uomini presenti nel video e che lanciano il corpo dell’uomo nudo e legato nella fossa.

La presunta manipolazione del secondo video

Secondo alcuni utenti, il secondo video sarebbe stato manipolato per aggiungere la fascia rossa:

Video of Kupyansk civilians killed by Kiev troops. In an attempt to blame the Russian army, neo-Nazi Zhorin added a red band (used by the Russian army) to the leg of one of the soldiers. The job is so badly done that a kind of trail remains imprinted on the screen.

Come per gli ucraini che accusarono Putin di non essere presente a un incontro, con il famoso video dove “oltrepassa” con la mano un microfono, viene ignorato il fatto che il video non è quello originale ed è stato compresso, perdendo qualità con la possibilità di creare “strani effetti”.

Conclusioni

Le “prove” usate per accusare gli ucraini, sostenendo di conseguenza che il video sia stato girato il 9 ottobre 2022 da Maksym Zhorin o dall’esercito ucraino, sono prive di fondamento.

Il militare aveva prelevato la clip da un altro canale Telegram, il quale lo aveva diffuso quasi un’ora prima accusando i russi. Il file non è quello originale, risultando inviato da un account a un altro (perdendo i metadati e la dimensione originale a causa del funzionamento di Telegram) per poi venire condiviso da diversi canali (subendo ulteriori modifiche dall’app).

Al fine di accusare gli ucraini, i russi affermano che Kupiansk sia stata liberata dall’esercito di Kiev a settembre e che il video potrebbe essere stato girato solo a ottobre in base alla vegetazione, ma questo non risulta corretto in quanto a inizio ottobre la “provincia” in questione era ancora in parte sotto il controllo russo.

Un secondo video, compresso da Telegram come il primo, mostra che sulla scena c’erano due soldati russi con un prigioniero, quello che verrà poi lanciato verso la fossa.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

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