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L’apertura di Lavrov a un colloquio Biden-Putin: «Valuteremo un’eventuale proposta di incontro al G20»

11 Ottobre 2022 - 12:58 Redazione
Il ministro degli Esteri russo torna anche a parlare di nucleare: «Lo useremo solo se la Russia rischia l'annientamento». Intanto l'Ue annuncia l'addestramento di 15 mila militari ucraini

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha fatto sapere che la Russia è pronta a considerare un’eventuale proposta di incontro tra Vladimir Putin e il presidente americano Joe Biden al prossimo G20, che si terrà a novembre in Indonesia. «Abbiamo detto molte volte che non rifiutiamo mai di organizzare incontri. Se ci viene fatta una proposta, la prenderemo in considerazione». Così il ministro degli Esteri russo, che poi ha precisato come «ad oggi non vi è stata alcuna proposta seria da parte degli Usa per colloqui sull’Ucraina». Lavrov ha poi definito «bugie» le accuse americane secondo cui il Cremlino si rifiuterebbe di prendere parte a colloqui sul conflitto ed è tornato a parlare di nucleare. La dottrina del Cremlino, ha precisato il ministro russo, prevede «misure di ritorsione esclusivamente per prevenire l’annientamento della Russia».

L’Ue: «Presto l’addestramento di 15 mila soldati ucraini»

Intanto, l’escalation militare continua, con il viceministro degli Esteri Sergej Ryabkov che annuncia nuove «contromisure» a causa del crescente coinvolgimento degli Stati Uniti e dell’Europa nel conflitto in Ucraina. Ryabkov ha denunciato «l’assistenza su larga scala in corso a Kiev, l’addestramento del personale delle formazioni armate dell’Ucraina sul territorio dei Paesi dell’alleanza, la fornitura di intelligence e immagini satellitari in tempo reale». L’Unione Europea, però, non arretra e annuncia l’addestramento di circa 15 mila militari ucraini. La missione ha già ricevuto il via libera politico, ora restano da definire alcuni dettagli operativi. «Il quartier generale della missione sarà a Bruxelles – fa sapere una fonte qualificata all’Ansa – ma ci saranno due cambi di addestramento, di cui uno in Polonia». Circa 12 mila soldati ucraini riceveranno un addestramento «generale», mentre ad altri 3 mila sarà riservato un corso specializzato.

Nuovi raid a Zaporizhzhia

Nella notte, le forze armate russe hanno attaccato di nuovo la città di Zaporizhzhia, che già ieri rientrava tra le 14 regioni ucraine colpite dai missili aerei. Secondo la viceministra degli Esteri ucraina, Emine Dzheppar, sono almeno 15 le esplosioni che si sono verificate nella notte e che hanno coinvolto «un istituto scolastico, un istituto medico ed edifici residenziali». Al momento sono sei i cadaveri estratti dalle macerie, che si sommano alle 16 vittime causate dai bombardamenti di ieri. In giornata, il ministero della Difesa russo ha confermato che sono stati effettuati nuovi attacchi contro obiettivi militari e infrastrutture ucraine.

Lavrov: «L’Ucraina minaccia la nostra sicurezza»

In un’intervista al programma «60 minuti» dell’emittente russa Rossiya-1, Sergej Lavrov ha sottolineato come «gli obiettivi fissati durante la nostra operazione militare speciale restano immutati e saranno raggiunti». Il ministro degli Esteri russi ha poi definito l’Ucraina «uno Stato terrorista che terrorizza i suoi stessi cittadini» e il Cremlino non può permettere che Kiev «costituisca una costante minaccia alla sicurezza della Russia, con i suoi piani di adesione alla Nato e il dispiegamento di armamenti». Secondo Lavrov, poi, ci sarebbero sempre «sempre più prove che militari americani e di alcuni Paesi europei lavorano permanentemente sul terreno in Ucraina». Alle parole del ministro degli Esteri si sono aggiunte poi quelle di Dmitry Peskov. Secondo il portavoce di Putin, la consegna di sistemi di difesa aerea al governo di Kiev da parte degli Stati Uniti «renderà il conflitto più lungo e doloroso per la parte ucraina», pur non cambiando «il risultato finale».

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