Cingolani conferma: «Darò supporto al mio successore: potevo restare, ne abbiamo parlato»

Il ministro della Transizione ecologica del governo Draghi affiancherà chi verrà dopo di lui – secondo i retroscena il forzista Gilberto Pichetto Fratin – per concludere «un percorso arrivato quasi in fondo» nel pieno della crisi energetica

Dal ministero della Transizione ecologica Roberto Cingolani non andrà via immediatamente. È lo stesso ministro a confermare le indiscrezioni dei giorni scorsi, secondo cui avrebbe potuto svolgere un incarico per il nuovo governo e il suo successore. Protagonista di alcuni incontri anche con Giorgia Meloni, per un breve periodo sembrava anzi che Cingolani potesse restare come ministro tecnico nel nuovo esecutivo. Un’ipotesi tramontata con il succedersi dei totoministri e le ambizioni dei partiti di centrodestra su quasi tutte le caselle a disposizione. Di restare comunque «c’è stata una possibilità – ha spiegato Cingolani ospite su Rete4 a Quarta Repubblica – ne abbiamo parlato, ma non avevo possibilità». A chiudersi secondo il ministro è proprio una stagione, cioè quella dei ministri tecnici: «C’è un tempo per loro e uno per la politica. Credo che il mio compito sia esaurito». Il ministro uscente però dice di aver parlato anche con Mario Draghi e, d’accordo con lui, «ho detto che sicuramente un periodo di supporto al mio successore lo do volentieri, per la continuità e perché è importante che l’Italia si presenti nei consessi internazionale con una certa continuità di approccio». I retroscena delle ultime ore sulla squadra del possibile governo Meloni riportano nel ruolo di ministro della Transizione ecologica il forzista Gilberto Pichetto Fratin. Dovrebbe essere lui quindi a dover affrontare le questioni complicate dalla crisi energetica: «Ora siamo quasi in fondo a un percorso – dice Cingolani – quello del price cap, è bene che sia chiuso al più presto, nell’interesse delle imprese e dei cittadini».


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