Carlo Calenda e il discorso di Meloni: «Sembra di sentire Mario Monti, altro che rivoluzione sovranista»

Il leader di Azione: i populisti quando vanno al governo cambiano completamente linea. Letta? Non mi risponde al telefono

A Carlo Calenda il discorso della premier Giorgia Meloni alla Camera non è piaciuto. Perché «ha fatto una lista della spesa con dentro tutti i mali degli italiani ma senza una traccia su come fare le cose». Il leader di Azione e del Terzo Polo in un’intervista rilasciata a Repubblica oggi dice che «non c’è alcuna scelta, né idea di paese. Sembrava di ascoltare Conte o Rumor, altro che rivoluzione sovranista. Tutta fuffa, una noia mortale». Perciò è tempo che «Letta si svegli: è un mese che lo cerco, ma non risponde, fa l’offeso». Mentre quella dell’ex populista leader di Fratelli d’Italia, prima contro l’euro e a favore del blocco navale e oggi moderata, non è una recita: «Populisti e sovranisti usano sempre l’estremismo verbale come strumento di marketing per intercettare il consenso e poi quando arrivano al governo sembrano tutti Mario Monti. Meloni è la prova che non c’è alcun allarme democratico». Ma il rischio per l’Italia oggi è «il galleggiamento. Il discorso di oggi dimostra che lei non è pronta per le terribili sfide che abbiamo davanti. E ha pure una squadra modestissima». Nel merito della questione Calenda registra che oggi Meloni vuole riprendere a produrre gas nazionale: «Noi la appoggeremo ma ricordo che fu lei a promuovere i referendum contro le trivelle, se ora si è convertita, buon per tutti». Riguardo l’opposizione, l’ex ministro dello Sviluppo nel colloquio con Giovanna Vitale dice di non credere a una convergenza con il M5s: «Siamo divisi su tutto». Ma Letta non gli risponde al telefono. Forse perché Calenda ha rotto un patto elettorale? «Ma la politica non si fa con i rancori. Se vuoi unire l’opposizione inizia a fare due chiacchiere con chi ti parla, anziché inseguire Conte che manco ti rivolge il saluto».


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