Perugia, gli specializzandi di medicina registrano gli insulti della direttrice: «Rincog***…. siete dei cogl***»: la denuncia al rettore

Oltre 20 ore di audio, in parte diffusi da Corriere della Sera e L’Espresso, dimostrerebbero quanto denunciato dagli studenti: tutto il materiale è stato inviato alle autorità

Oltre venti ore di audio di insulti, reiterati e aggressivi. «Deficiente», «rinco***i», «sono dovuta uscire per non menarti». E ancora: «Il tuo modo di rispondermi corrisponde ad analfabetismo mentale», «il vostro sentimento doveva essere quello di sentirsi totalmente inadeguati. Che cogl***i che siamo: questo dovete percepire. Mediocri, siete mediocri». È questo quello che gli specializzandi di medicina dell’università di Perugia hanno raccolto, solo una parte evidentemente delle vessazioni verbali a cui sarebbero stati sottoposti tutti i giorni da una docente, responsabile della scuola di neurologia. Nella sua veste, avrebbe dovuto seguire e guidare il percorso degli studenti in reparto, eppure quegli audio – pubblicati da L’Espresso e Corriere della Sera – raccontano un’altra verità. Gli specializzandi hanno aspettato, hanno registrato ore e ore di rimproveri e umiliazioni e hanno poi inviato tutto all’Associazione liberi specializzandi chiedendo di intervenire. «La situazione è insostenibile – scrivono gli studenti specializzandi – questa persona con il suo comportamento apertamente aggressivo e persecutorio, costruisce ogni giorno un clima di terrore e paura, basato su umiliazioni quotidiane, insulti, minacce e vessazioni di ogni tipo, che avvengono in modo pubblico anche davanti ai pazienti e ai loro familiari», e che avrebbero imbarazzato e spaventato anche i pazienti del reparto in diversi episodi.


«Riteniamo questa pratica indegna di un paese civile, lesiva della dignità degli specializzandi e tale da violare l’articolo 57 del codice di deontologia medica, che dispone il reciproco rispetto fra i medici», ha scritto nella sua denuncia inoltrata alle autorità il presidente di Als Massimo Minerva, che poi ha informato il rettore dell’università, il direttore sanitario, l’ordine dei medici e I’ispettorato del lavoro, «la situazione è molto grave, il nostro intento è segnalare questa incresciosa situazione». Il rettore dell’università di Perugia, Maurizio Oliviero, ricevuta la segnalazione si è detto sorpreso perché «la collega cui si fa riferimento è completamente dedicata alla didattica e alla ricerca con risultati di qualità», ma ha assicurato che verranno fatte delle verifiche per accertare quanto denunciato.


Il caso Sara Pedri

Il clima di paura e umiliazione che ha spinto gli specializzandi di Perugia ad agire ricorda la vicenda di Sara Pedri, la ginecologa 31enne scomparsa a Mostizzolo – in Trentino – il 4 marzo 2021 e il cui corpo non è stato mai trovato. Gli inquirenti, cercando il movente della sua sparizione, hanno trovato gli appunti della donna, in cui denunciava le difficoltà di un ambiente di lavoro negativo. «L’esperienza a Trento doveva essere formativa, purtroppo ha generato in me un profondo stato d’ansia, a causa del quale sono completamente bloccata e non posso proseguire», si legge in uno dei fogli in mano agli inquirenti, «sono partita con molto entusiasmo, non ho mai detto di no, nonostante i molteplici imprevisti e dei progetti incivili. È una situazione più grande di me».

Gli specializzandi di Salerno

Ma la storia è anche simile a quella degli specializzandi di Ortopedia dell’università di Salerno che venivano costretti a fare flessioni in reparto per punizione. Dopo le prime denunce, sono circolati anche video e altre segnalazioni sui metodi poco ortodossi del docente coinvolto.

Foto di copertina: Università di Perugia, ANSA/YOUTUBE

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