Cosa ha chiesto Giorgia Meloni a Bruxelles e perché sarà difficile spuntarla

La premier ha chiesto il price cap, un aiuto sui migranti e la possibilità di ridiscutere il Pnrr. Oltre a nuovi fondi europei. Ma la replica per ora non è stata entusiasmante

Un aiuto sulle bollette, magari attraverso l’emissione di titoli di debito europei. E poi le modifiche al Pnrr e la protezione dei confini. La visita di Giorgia Meloni ai vertici dell’Unione Europea è servita a rompere il ghiaccio. Ma la partita dell’Italia in Europa resta difficile. Specialmente per le richieste. Che in alcune parti vanno a scontrarsi con gli interessi della Germania. L’accoglienza di Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Charles Michel è stata positiva. Ma sui dossier Italia ed Europa restano distanti. Roma vuole il price cap sul gas e liquidità per affrontare la Legge di Bilancio. Oltre a un appoggio per la riforma del patto di stabilità. Che però è un obiettivo lontano. E dovrà superare gli stop della Commissione e quelli dei paesi membri. «La linea di fondo al momento non può cambiare», è stata la risposta sussurrata nei colloqui a tu per tu con i vertici dell’Europa.


Un esordio difficile

Quello di Meloni è stato un esordio difficile. La Repubblica racconta oggi in un retroscena che la premier italiana ha portato una serie di punti di discussione. Dalla necessità di ridurre il debito pubblico all’attuazione del Pnrr, dai migranti all’energia. «È stata una discussione franca», ha fatto sapere la premier. E l’aggettivo di solito si usa quando c’è disaccordo sui punti fondamentali. Sul Pnrr sia von der Leyen che Michel hanno risposto che modifiche sostanziali in questo momento sarebbero pericolose. Sui migranti Meloni ha insistito sulla necessità di difendere i confini dell’Ue. Bruxelles considera prima di tutto doveroso il salvataggio delle vite. Sull’energia i fondi stanziati per adesso devono bastare ai governi. Non ci saranno altri sforzi economici. Così come si dovrà verificare ancora la praticabilità del tetto al prezzo del gas uscito dalla guerra diplomatica tra i paesi membri. Mentre su debito e deficit la sollecitazione è quella di tenere sotto controllo le spese. In attesa di una riforma del Patto che introdurrà un meccanismo di obbligo di negoziazione con la Commissione.


L’emissione di titoli di debito europei

Il Corriere della Sera racconta che Meloni ha anche chiesto l’emissione di titoli di debito europei per avere risorse finanziarie. Garantiscono denaro a costo zero o quasi. Ma anche qui c’è freddezza. Soprattutto da parte della Germania, che per ora non pare molto impressionata dagli attacchi dei politici di Fratelli d’Italia nei confronti di Berlino. L’agenzia di stampa Ansa aggiunge che a complicare la trattativa poi, ci sono due fattori esogeni. Ovvero i migranti e il Mes. Sul primo la visita di Meloni, all’Ue, è servita innanzitutto a capire cosa chiede l’Italia. Sul secondo il messaggio di Bruxelles è chiaro: qualsiasi colore abbia il governo l’Italia ha preso un impegno ed è quello di ratificare il meccanismo che, fra qualche tempo, potrebbe arricchirsi di un fondo di stabilità per dare spazio di manovra ai paesi con scarsa liquidità.

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