Dopo le denunce di vessazioni fatte da giovani atlete nei confronti dei loro allenatori, gli occhi dell’opinione pubblica sono puntati sul mondo della ginnastica. Ma senza adeguati provvedimenti giudiziari, la pressione mediatica potrebbe non bastare a riformare un approccio ritenuto abusivo. E i precedenti, in questo senso, non sono incoraggianti: il Corriere della Sera ricostruisce oggi come i verdetti passati in contenziosi di questo tipo siano stati relativamente «soft». Il Tribunale Federale della Federazione Ginnastica Italiana aveva già avuto a che fare con denunce analoghe. Le decisioni degli Organi di Giustizia vengono pubblicate e conservate per un anno nel sito internet istituzionale della Federazione. Una norma, come spiega la Federazione, «che mira ad assicurare trasparenza e rispetto della privacy, a tutela di tutti». Tuttavia un paio di episodi, tra tutti, aiutano a rendere l’idea di come siano andati finora i verdetti sportivi. Il primo caso citato è quello di Martina Alicata Terranova, ex atleta di livello internazionale e ora allenatrice a Roma. Con l’accusa di aver dato dell’«ippopotamo» alle ragazze, Alicata era stata soltanto ammonita in primo grado, perché le dichiarazioni delle minori erano «contrastanti». In appello, avevano deciso la sua sospensione per un mese e mezzo, sfruttando l’attenuante della «professionalità tecnica ed educativa» mostrata con altre atlete. Il secondo episodio riguarda invece una coach lombarda, L. V., che nel 2019 aveva «adoperato metodi di allenamento gravosi e diffamatori» e «colpito sul braccio un’allieva». Accuse confermate da testimoni. I giudici, per lei, hanno stabilito una sanzione di appena tre mesi. Questo perché «altre atlete hanno percepito scarsamente la gravità degli episodi e alcune famiglie hanno espresso apprezzamenti nei confronti dell’operato» dell’allenatrice.
Le udienze in arrivo
Ieri il Direttivo straordinario della Fig, come segno di «vicinanza alle ginnaste e di ferma volontà di fare chiarezza», ha deciso che la Federazione Ginnastica d’Italia si costituirà parte civile nei casi in cui venissero accertate responsabilità individuali in sede giudiziaria. Dopo le ripetute denunce delle ultime settimane, l’Accademia di ginnastica ritmica di Desio è stata commissariata dal presidente della Federginnastica, Gherardo Tecchi. Giovedì parleranno le atlete che frequentano la struttura, in qualità di «persone informate sui fatti». Venerdì sarà invece il turno delle allenatrici, che parleranno in Accademia davanti ai pm federali. A cominciare da Emanuela Maccarani, direttrice del centro di Desio e membro della giunta Coni.
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