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Missile in Polonia, Mosca si complimenta con gli Usa: «Reazione misurata, a differenza di altri Paesi»

La stizza del Cremlino è rivolta prevalentemente a Varsavia, accusata di non aver smentito da subito l’ipotesi di un coinvolgimento russo

Il Cremlino plaude alla maniera con cui gli Stati Uniti hanno gestito la questione delle esplosioni registrate in Polonia nella serata di ieri, 15 novembre. Il portavoce del governo di Mosca Dmitry Peskov definisce quella di Washington una «reazione misurata»: «Riservata e molto più professionale» rispetto a quella «assolutamente isterica della parte polacca e un certo numero di altri Paesi». L’apprezzamento per gli Usa viene accompagnato, infatti, dalla stizza nei confronti di Varsavia, che secondo Peskov avrebbe potuto dire «immediatamente» che il missile caduto nel villaggio polacco di Przewodów non era stato lanciato dalla Russia. Peskov, citato da Interfax, aggiunge che «i polacchi avevano tutte le possibilità» di far sapere fin dall’inizio che i frammenti ritrovati appartenevano ad un missile dei sistemi di difesa S-300. Così che «tutti gli specialisti avrebbero capito che non poteva essere un missile collegato con le forze armate russe». La dubbia provenienza dell’ordigno aveva fatto scattare l’allarme. Le ipotesi che si erano fatte strada con più forza, a proposito della causa dell’incidente, erano due: quella secondo cui si trattava di un missile russo, o di uno dell’antiaerea in dotazione all’Ucraina. Successivamente, Joe Biden aveva definito «improbabile» la prima ipotesi. Tre funzionari americani, protetti dall’anonimato, avevano poi avvalorato la seconda: secondo la loro dichiarazione alla stampa, il missile sarebbe stato lanciato dalla contraerea dell’Ucraina in risposta a un bombardamento russo.


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