Finisce il giallo dello yacht dell’oligarca russo Mazepin scomparso dopo il sequestro in Italia: la nave scovata in Tunisia

La lussuosa imbarcazione si trovava a Olbia ed era di Dmitry Mazepin, padre dell’ex pilota di Formula 1, che in Sardegna aveva comprato anche una villa da Carlo De Benedetti

Si è risolto il mistero che avvolgeva la scomparsa dal porto di Olbia dello dello yacht Aldabra, di proprietà dell’oligarca russo Dmitriy Mazepin, congelato dalle autorità italiane nell’ambito delle sanzioni contro la Russia per il conflitto in Ucraina. La lussuosa imbarcazione di 22 metri, è stata portata illegalmente in Tunisia dal comandante italiano dello yacht. I finanzieri del gruppo di Olbia, guidati dal capitano Carlo Lazzari, al termine di mesi di indagini svolte sia sul territorio nazionale sia internazionale, sono riusciti ad accertare che l’Aldabra ha lasciato illegalmente l’Italia e ha fatto scalo in Tunisia, passando per il porto di Biserta, violando il congelamento dei beni disposto dalle autorità italiane sulle proprietà del magnate Mazepin. La Guardia di Finanza ha dunque sanzionato sia il comandante, sia la società armatrice della barca sia lo stesso Mazepin per una cifra che potrebbe arrivare fino a mezzo milione di euro. La decisione finale sull’importo da pagare spetterà al Comitato di sicurezza finanziario. Lo yacht Aldabra era stato congelato dalle autorità italiane insieme alla villa Rocky Ram, in Costa Smeralda, acquistata da Mazepin dall’imprenditore Carlo De Benedetti. Si tratta del primo caso in Italia di sanzioni relative al tentativo di raggirare le sanzioni contro diversi oligarchi vicino al presidente russo Putin, adottate dall’Unione europea per il conflitto di Mosca contro Kiev.


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