Manovra, Meloni tira dritto: «Cambieremo il bonus 18App. E sui pagamenti in contanti l’Ue ci dà ragione» – Il video

La premier torna in video su Facebook e difende le scelte del governo. «Nessun passo indietro anche sull’immigrazione»

Guarita dall’influenza, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna in video nella sua rubrica social “Gli appunti di Giorgiainaugurata la scorsa settimana, e difende una per una le scelte del governo finite sotto i riflettori negli ultimi giorni. «L’economia italiana è cresciuta quest’anno più di quella francese, tedesca e spagnola», premette con orgoglio la premier introducendo le questioni di politica economica. «È un dato che è motivo di grande soddisfazione e che deve far riflettere». Quindi l’esame delle questioni sul tavolo dei ministeri, e dei media, in questi giorni, affrontate in risposta ai messaggi ricevuti dai cittadini, a cui, assicura, «continuerò a rispondere», così come a quelle della stampa.


Il bonus cultura per i 18enni

Su 18App, Meloni prova a spegnere le polemiche divampate negli ultimi giorni argomentando la scelta di rivedere la misura. «Il ministro Sangiuliano sta lavorando a una nuova carta-cultura insieme agli operatori del settore per dare ai giovani ulteriori possibilità. Ma 18App va rivista», conferma la premier, per ragioni di equità in primis: «Quei 500€ sono oggi riconosciuti a tutti i neo-diciottenni, indipendentemente dal reddito: ma non c’è ragione perché il figlio di una coppia di miliardari, di un parlamentare, o persino mia figlia se domani compisse 18 anni riceva tale contributo. Deve averne diritto invece chi ha redditi più bassi, per cui la misura è molto più impattante». Da definire meglio, osserva poi Meloni, sono anche i contenuti che si possono acquistare col bonus e le contromisure per combattere le truffe.


Pagamenti, tasse ed evasione

Meloni torna a prendere di petto anche la questione del tetto ai pagamenti in contanti, che il governo vuole tornare ad alzare dal 2023 a 5mila euro (nella prima bozza della manovra si era ipotizzato sino a 10mila). Lo fa sfoderando a favore di telecamera una copia della lettera che la Banca centrale europea scrisse nel 2019 al governo Conte-2 in risposta a un quesito dell’allora ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. «La possibilità di pagare in contanti rimane cruciale per alcune categorie di persone, e rappresenta l’unico metodo di pagamento su cui non si possono imporre commissioni», legge da un passaggio del documento Meloni, rivendicando dunque le buone ragioni dei pagamenti in contanti secondo Francoforte (che sul tema ha però espresso negli anni anche altre valutazioni, come Open ha ricostruito qui). «Molti ci chiedono: “Perché non togliete le commissioni su pagamenti elettronici?”. Semplicemente perchè non possiamo farlo, sarebbe incostituzionale!», osserva ancora Meloni, che poi rivendica anche come conferma della sua linea la decisione del Consiglio Ue della scorsa settimana di fissare il tetto al contante a livello comunitario a 10mila euro. «Forse che anche l’Ue vuole favorire gli evasori?», chiede provocatoriamente la premier ai suoi detrattori. Quindi l’argomento centrale a difesa della misura: «Un tetto più alto al pagamento in contanti permette al contrario a chi vuole di utilizzarli, e dunque di evadere di meno. Lo dimostra il fatto che quando il tetto è stato più alto, a 5mila euro (tra il 2010 e il 2011, ndr), il livello di evasione in Italia è calato». Per la premier, in ogni caso, resta imperativo fissare un tetto al contante uniforme a livello europeo per non creare distorsioni tra i Paesi.

Le rotte del Mediterraneo

Meloni spende infine qualche parola anche per la questione immigrazione, per rintuzzare gli argomenti di chi ha ipotizzato un cambio di linea del governo italiano dopo gli sbarchi di navi di Ong consentiti negl ultimi giorni. «Il governo non cambia rotta sull’immigrazione: in Italia non si entra illegalmente. Vogliamo combattere il traffico di esseri umani, gli ingressi illegali e le morti in mare», assicura Meloni, che poi rivendica come un successo l’azione politica dell’Italia che ha consentito – dice – che si definisse finalmente in sede Ue una priorità la gestione della rotta del Mediterraneo centrale.

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