La Nobel ucraina Matviychuk: «Grazie Europa, ma perché dobbiamo combattere a mani nude?» – La video intervista
Da Strasburgo – Con grande calma Oleksandra Matviychuk risponde a tutte le domande. Che si tratti del sostegno dell’Europa o della Conferenza di Parigi in corso in queste ore la sua linea non cambia: il supporto è prezioso ma i partner occidentali possono e devono fare di più. L’avvocata lo dice seduta nel cuore delle istituzioni Ue: al Parlamento europeo che ha conferito a lei e al «coraggioso popolo ucraino» il premio Sakharov alla libertà di pensiero. Il più importante dell’istituzione europea. Un riconoscimento che arriva dopo il Nobel per la pace consegnato il 10 dicembre. Oleksandra, 39 anni, nata nell’oblast di Kiev, è responsabile del «Centro per le libertà civili ucraine» che si occupa di documentare i casi di violenza sui civili e gli atti criminali dell’esercito russo: oltre 27mila fin dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022. Lavoro reso impossibile dal conflitto in corso. Il suo obiettivo è istituire un tribunale internazionale speciale sull’aggressione russa in Ucraina, con il sostegno di Ue e Nato.
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