Manovra, Lollobrigida sulla norma abbatti cinghiali: «Nessun far west nelle città. Provvedimento necessario per la sicurezza di tutti»

Discusso in aula e contestato dalle opposizioni, l’emendamento di FdI è stato approvato in Aula alla Camera. «Nulla a che vedere con la caccia»

«Solo un provvedimento necessario, nessun far west nelle città». Il ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare del governo Meloni, Francesco Lollobrigida torna a parlare della norma abbatti- cinghiali. Al termine di un esame non poco turbolento, l’emendamento sull’abbattimento degli animali selvatici in città, proposta da FdI, è rimasto nella manovra di bilancio, con le opposizioni che dopo averla contestata in commissione Bilancio, hanno tentato anche in Aula alla Camera di farla dichiarare inammissibile senza però avere successo. Il ministro Lollobrigida in diretta su Facebook si è espresso in difesa della norma approvata dalla Camera nella giornata di oggi, 22 dicembre, spiegando che «quello sui cinghiali è un provvedimento necessario a tutela dell’ambiente della salute e dell’economia». La proposta approvata include anche l’adozione di un Piano straordinario quinquennale attuabile «mediante abbattimento e cattura»: il contenimento verrà attuato anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane. Denunciando «il rischio di safari urbano», i Verdi sono quelli che più hanno cercato di bloccare la norma in Aula, ma anche Pd e M5s hanno avanzato la richiesta, respinta dalla presidenza di Montecitorio. In risposta alle polemiche, Lollobrigida ha continuato nella difesa del provvedimento: «La caccia in questa vicenda non c’entra niente, e non porta al far west nelle città, si tratta di una selezione che viene effettuata come ultima soluzione se tutte le altre soluzioni individuate non fossero sufficienti ad arginare i problemi». E ancora: «Lo dico contro le bufale di qualcuno create per gettare una cortina fumogena su altre vicende. Non si tratta di un favore a lobby o gruppi di interesse, della caccia o delle armi, ma di un atto necessario per ristabilire l’equilibrio del rapporto uomo-animale». La misura coinvolgerà anche guardie venatorie e agenti dei corpi di polizia locale, «con l’eventuale supporto, in termini tecnici e di coordinamento, del personale del Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dell’Arma dei carabinieri». In buona sostanza con regolare licenza e un corso di formazione, i cacciatori potranno partecipare ai piani di controllo della fauna selvatica sotto il coordinamento dei corpi di polizia regionale o provinciale, autorizzati a eliminare cinghiali o altre specie in nome della sicurezza stradale e della pubblica incolumità.


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