Taiwan estende il servizio militare obbligatorio a causa delle tensioni con la Cina: l’annuncio della Presidente Tsai Ing-wen

Dal 2024 un anno di coscrizione per tutti i 18enne. «Taiwan vuole dire al mondo che tra democrazia e dittatura, noi crediamo fermamente nella democrazia», ha dichiarato la leader

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Taiwan allungherà il suo servizio militare obbligatorio da quattro mesi a un anno. Lo ha annunciato la presidente dell’Isola di 36mila chilometri quadrati. La notizia arriva dopo la denuncia, da parte del ministero della Difesa nazionale, della più grande incursione finora segnalata da parte dell’aeronautica cinese. I piani entreranno in vigore nel 2024: prevedono che i coscritti siano sottoposti a un addestramento più intenso, inclusi esercizi di tiro e istruzioni di combattimento utilizzate dalle forze statunitensi. Avranno il compito, infatti, di difendere le infrastrutture chiave. L’obiettivo è consentire alle forze regolari di rispondere più rapidamente in caso di qualsiasi tentativo di invasione da parte del gigante asiatico. L’autorità di difesa prevede inoltre di aumentare il salario mensile dei soldati di leva regolari.


La «casa della democrazia»

La presidente Tsai Ing-wen, in una conferenza stampa dopo una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, ha promesso che «finché Taiwan sarà abbastanza forte, sarà la casa della democrazia e della libertà in tutto il mondo e non diventerà un campo di battaglia». Ha poi aggiunto: «Taiwan vuole dire al mondo che tra democrazia e dittatura, noi crediamo fermamente nella democrazia. Tra guerra e pace, noi insistiamo sulla pace. Mostriamo il coraggio e la determinazione per proteggere la nostra patria e difendere la democrazia». Una presa di posizione che riecheggia nel commento dell’American Institute di Taiwan: «L’impegno degli Stati Uniti nei confronti di Taiwan e le misure adottate da Taiwan per migliorare le sue capacità di autodifesa contribuiscono al mantenimento della pace e della stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e all’interno della regione».

Il ruolo degli Stati Uniti

A far infuriare la Cina, soprattutto, era stata la visita nell’isola del presidente della Camera degli Stati UnitiNancy Pelosi, ad agosto. In risposta alla quale erano state immediatamente organizzate esercitazioni militari intorno a Taiwan. Appena due mesi fa, il neo rieletto Xi Jinping ha fatto introdurre nella Carta fondamentale della Cina la ferma opposizione all’indipendenza dell’isola, che dal canto suo si oppone all’assertiva aggressività cinese. Due giorni fa, il 25 dicembre, Pechino, aveva annunciato di aver condotto «esercitazioni militari congiunte interforze di preparazione al combattimento nello spazio marittimo e aereo» intorno alla piccola nazione insulare. Le autorità cinesi sottolineano di aver organizzato l’esercitazione in risposta alle «collusioni» tra Taiwan e gli Stati Uniti. Joseph Wu, ministro degli Esteri di Taiwan, all’inizio di dicembre ha dichiarato al Guardian che la minaccia militare cinese «sta diventando più seria che mai».

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