«Non lasciatevi confondere: rimanete saldi nella fede». Il testamento spirituale di Papa emerito Benedetto XVI

Il lascito scritto di Ratzinger in due testi: uno morale e uno materiale. La versione completa del primo sarà pubblicata in un libro in uscita a gennaio

«Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!… Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita – e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo». Sono queste alcune delle parole che si leggono nel testamento lasciato dal Papa emerito Benedetto XVI, morto oggi, 31 dicembre 2022, all’età di 95 anni. Ratzinger ha scelto di dividere le sue volontà in due testi. Uno spirituale e uno materiale. Il primo è un testo snello – circa 4 mila caratteri – scritto in tedesco, che il pontefice più longevo di sempre ha deciso di lasciare ai fedeli della Chiesa. Benedetto lo ha scritto nel 2006 e da allora non è mai cambiato. Il documento completo verrà pubblicato nel libro scritto dal suo segretario particolare, l’arcivescovo Georg Gänswein – che custodisce anche il testamento materiale – assieme a Saverio Gaeta. Si intitola Nient’altro che la verità ed uscirà a inizio gennaio, edito da Piemme.


La lettera prima della morte

Lo scorso 6 febbraio, il Papa emerito aveva pubblicato una lettera circa il rapporto sugli abusi nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, della quale fa parte un passaggio che secondo Avvenire, costituisce un’integrazione al testamento spirituale. Nel testo, Benedetto XVI contempla la prospettiva della morte in maniera serena. «Ben presto mi troverò di fronte al giudice ultimo della mia vita – si legge nella lettera – Anche se nel guardare indietro alla mia lunga vita posso avere tanto motivo di spavento e paura, sono comunque con l’animo lieto perché confido fermamente che il Signore non è solo il giudice giusto, ma al contempo l’amico e il fratello che ha già patito egli stesso le mie insufficienze e perciò, in quanto giudice, è al contempo mio avvocato». Inoltre, Ratzinger aggiunge: «In vista dell’ora del giudizio mi diviene così chiara la grazia dell’essere cristiano. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte».


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