Il crollo di Tesla, l’acquisto di Twitter, gli interessi da ripagare. Così Elon Musk ha perso 200 miliardi in un anno

A novembre 2021 il suo patrimonio era di 340 miliardi. Oggi, secondo Bloomberg, di “solo” 137. Ecco com’è stato possibile

L’imprenditore Elon Musk è diventato la prima persona al mondo a perdere 200 miliardi di dollari dal proprio patrimonio. Il neo patron di Twitter è in perdita da mesi, tanto che solo poche settimane fa la classifica in tempo reale di Forbes aveva certificato come il miliardario non fosse più l’uomo più ricco del mondo, superato dall’imprenditore Bernard Arnault, amministratore delegato del gruppo del lusso LVMH. Ironicamente, proprio il patron di Tesla era stata la seconda persona al mondo ad accumulare un patrimonio di oltre 200 miliardi di dollari nel gennaio del 2021, dopo il rivale Jeff Bezos. Nel novembre dello stesso anno, la sua fortuna raggiungeva il picco più alto, toccando i 340 miliardi di dollari. Ora, secondo la classifica di Bloomberg, il patrimonio di Musk è sceso significativamente, raggiungendo la cifra di 137 miliardi di dollari. Ma come ha fatto il miliardario a passare dall’essere l’uomo più ricco del pianeta a perdere oltre la metà del suo patrimonio in un solo anno? C’entrano il crollo di Tesla, l’acquisto di Twitter e l’aumento dei tassi di interesse.


I «soldi facili» durante la pandemia

Il crollo degli ultimi mesi è solo l’altra faccia della medaglia della crescita esponenziale del capitale di Musk nel corso di quella che Bloomberg definisce «l’era dei soldi facili» durante la pandemia. Nei mesi più duri del lockdown, le compagnie tecnologiche come Tesla, ma anche Google, Amazon, Apple e Microsoft, hanno visto i loro guadagni schizzare alle stelle. Nello specifico, il brand di auto elettriche ha toccato i mille miliardi di capitalizzazione a ottobre 2021. La crescita è stata guidata dai minori costi che molte compagnie tech hanno dovuto sostenere nel corso della pandemia, dal marketing ai negozi fisici. Nel caso dei negozi online, e degli store virtuali, il volume d’affari è cresciuto moltissimo, consentendo alle aziende di reinvestire e aumentare la propria quotazione in borsa. Gli investitori si sono trovati quindi con molto più denaro a disposizione, che hanno a loro volta usato per puntare su compagnie promettenti, tra cui, appunto, Tesla. Si era instaurato così un circolo virtuoso.


La fine del sogno e l’acquisto di Twitter

Ora che l’inerzia di questo fenomeno è finita, le compagnie si trovano a sostenere nuovamente i costi legati al mondo post-pandemia. Nel caso di Tesla, a tutto ciò si aggiunge l’acquisto a fine ottobre, da parte di Elon Musk, di Twitter. L’imprenditore ha venduto miliardi in azioni del suo brand di veicoli elettrici per comprare il social network, che Tesla non rappresenta più il suo asset principale. La compagnia ha perso il 65% del suo valore nel 2022, e i mercati sono stati destabilizzati dal continuo tira e molla con la precedente amministrazione di Twitter, che ha ridotto il valore anche della piattaforma di microblogging. In sostanza, la mossa di Musk è riuscita, ma ha venduto moltissimo per acquistare Twitter a un prezzo maggiore del suo vero valore.

L’aumento dei tassi di interesse

A ciò si aggiungono gli ingenti prestiti a cui Musk è ricorso per completare le sue grandi operazioni finanziare del 2022. Con l‘aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve mirati a contenere l’inflazione, ripagarli è diventato più difficile, e, soprattutto, più costoso, riducendo ancor di più il patrimonio del miliardario. «Tesla non è mai andata così bene, aveva twittato rassicurante Musk lo scorso 16 dicembre, aggiungendo: Non possiamo controllare la Federal Reserve. Che è il vero problema qui».

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