Attivisti dell’ambiente divisi, Extinction Rebellion Uk promette di rinunciare alle azioni simboliche. Contrari i gruppi italiani – Le interviste

L’iniziativa di oggi al Senato arriva mentre tra gli ambientalisti si è aperto un dibattito tra chi vuole continuare con le azioni di disobbedienza civile e chi vuole puntare sul dialogo con i cittadini

Blocchi stradali, mani incollate alle opere d’arte, vernice sugli edifici delle istituzioni. È stata questa finora la strategia comunicativa di Extinction Rebellion (XR) e di Ultima Generazione, i gruppi che lottano contro il cambiamento climatico attraverso azioni di disobbedienza civile. Ma con l’inizio dell’anno nuovo i primi hanno annunciato un cambio di metodo: «Nel 2023, daremo priorità alla presenza rispetto agli arresti e alle relazioni rispetto ai blocchi stradali». Questo perché, nonostante l’allarme sul clima e l’impatto mediatico dell’emergenza ecologica – spiega XR – «ben poco è cambiato». Ma la nota circolata ieri e riportata ampiamente anche dalla stampa italiana è in realtà una presa di posizione che riguarda solo il gruppo del Regno Unito. In Italia, però, non ci sarà alcuna trasformazione. O almeno per ora. Lo spiegano a Open gli attivisti di Extinction Rebellion Italia, Manlio Pertout e un altro ragazzo che preferisce mantenere l’anonimato. Ultima Generazione, che a livello internazionale rientra nella Rete A 22 e procede con modalità analoghe, condanna la scelta: proprio oggi a Roma alcuni attivisti hanno imbrattato le mura del Senato, suscitando la reazione anche della premier Giorgia Meloni.


«Siamo decentralizzati. Il gruppo Uk non ci aveva avvisati»

La scelta del Regno Unito è solo loro. «I diversi gruppi di Extinction Rebellion condividono valori, opinioni e idee, ma siamo tutti decentralizzati», dichiara l’attivista in anonimo. «È come se fossimo diversi movimenti e, a seconda delle diverse fasi in cui si trova ogni Stato, vengono prese decisioni diverse». E XR Italia, spiega, non ha lo stesso consenso e impatto che riesce ad avere nel Regno Unito, dove il gruppo è nato molto tempo prima sapendo intercettare la sensibilità ambientalista che stava nascendo nel 2018 anche grazie a Greta Thunberg. Per questi motivi, il gruppo italiano degli attivisti non era neanche stato avvisato di questo cambio di posizione. Ma – conferma anche Manlio Pertout – i gruppi attivi del nostro Paese «continueranno con le stesse tattiche». Inoltre, l’attivista ci tiene a puntualizzare che Extinction Rebellion inglese «non fermerà completamente le azioni di disobbedienza civile, ma smetteranno solo con quelle che interrompono la quotidianità dei cittadini». Quelle rivolte ai governi continueranno, e ad aprile infatti sono previste nuove azioni.


Ultima Generazione: «Il cambio di XR? Un errore enorme»

A meno di 24 ore dal cambio di strategia annunciato da XR Uk, Ultima Generazione ha messo in atto un’azione di disobbedienza civile: alcuni attivisti questa mattina hanno imbrattato con la vernice arancione la facciata di Palazzo Madama, la sede del Senato a Roma. E hanno provocato la disapprovazione di diversi esponenti politici: dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi a quello della Difesa Guido Crosetto ai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, oltre alla premier. Non hanno, però, intenzione di cambiare strategia e, anzi, condannano la scelta di Exctintion Rebellion. «Crediamo che sia un enorme errore strategico», commenta a Open, Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione. A suo avviso, XR ha deciso di mettere in atto la strategia del «fianco moderato accanto al fianco radicale», ovvero «se una realtà nuova mostra una maggiore radicalità rispetto a quelle presenti prima, guadagnando più risultati, diventa anche quella più sbagliata e quindi le persone iniziano a pensare “allora forse gli altri non erano così radicali”».

Cosa dicono i dati

Per Ultima Generazione il focus non dovrebbe essere questo perché la questione è più «complessa e bisognerebbe guardare all’organizzazione interna, analizzare i dati e studiare come funzionano i media». Un sondaggio del Guardian, pubblicato a ottobre 2022, ha rivelato che il 66% delle persone (il campione è di 1382 persone intervistate nel Regno Unito) si dichiara favorevole alle azioni di disobbedienza civile non violente intraprese da gruppi come Extinction Rebellion, Just Stop Oil o Last Generation. «Perché allora cambiare strategia?», si chiede il portavoce di Ultima Generazione. Che aggiunge: «Se vedi il consenso crescere, dovresti aumentare la tua capacità conflittuale e non ridurla».

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