Papa Francesco sull’aborto: «Nessun diritto: non c’è pace senza difesa della vita»

Per il pontefice, la vita non è minacciata solo da guerre, fame e malattie, ma «è un bene messo a repentaglio addirittura dal grembo materno»

Un discorso fiume, dai diritti civili alla geopolitica. Papa Francesco, nel corso dell’udienza al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, torna a parlare dopo le esequie di Benedetto XVI. Tra gli argomenti su cui pone l’accento, c’è il diritto all’aborto. Anzi, per Jorge Mario Bergoglio non è corretto considerarlo un diritto: «Nessuno può vantare diritti sulla vita di un altro essere umano, specialmente se è inerme e dunque privo di ogni possibilità di difesa», afferma. E lancia un appello a quanti hanno «responsabilità politiche, affinché si adoperino per tutelare i diritti dei più deboli e venga debellata la cultura dello scarto, che interessa purtroppo anche i malati, i disabili e gli anziani». Papa Francesco correla all’aborto anche il tema della guerra: «La pace esige anzitutto che si difenda la vita, un bene che oggi è messo a repentaglio non solo da conflitti, fame e malattie, ma fin troppo spesso addirittura dal grembo materno, affermando un presunto “diritto all’aborto”». Rivolgendosi al corpo diplomatico, Bergoglio esprime le sue opinioni sui fronti più caldi del pianeta. Dall’Iran, a cui chiede di abolire la pena di morte, all’Afghanistan, criticato per «l’inaccettabile esclusione delle donne dall’educazione». Poi, con un occhio di riguardo verso il suo Sud America, dice: «Penso alle varie crisi politiche in diversi Paesi del continente americano, con il loro carico di tensioni e forme di violenza che acuiscono i conflitti sociali. Penso specialmente a quanto accaduto recentemente in Perù, e in queste ultime ore in Brasile». Il papa ventila la locuzione «Terza guerra mondiale» quando accenna al conflitto in Ucraina, invocando l’immediata cessazione del conflitto. Occorre «procedere sulla via di un disarmo integrale, poiché nessuna pace è possibile laddove dilagano strumenti di morte», conclude.


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