Papa Francesco risponde alle accuse e alle manovre dei conservatori: «Il chiacchiericcio è un’arma letale»

Le parole del Pontefice nel primo Angelus dopo i funerali del predecessore Benedetto XVI

«Il chiacchiericcio è un’arma letale, uccide: uccide l’amore, uccide la società, uccide la fratellanza». Così si è pronunciato Papa Francesco nell’Angelus di oggi, domenica 8 gennaio, rispondendo indirettamente alle polemiche sollevate dal libro su Benedetto XVI Nient’altro che la verità, scritto da Georg Gänswein, segretario del papa emerito, e alle manovre in corso da parte della frangia conservatrice della Chiesa contro di lui. «Pensiamo: io sono discepolo dell’amore di Gesù o un discepolo del chiacchiericcio che divide? Chiediamoci: io sono una persona che divide o una persona che condivide?». Il riferimento è a due episodi raccontati nel suo manoscritto da Padre Georg, le cui anticipazioni sono iniziante a trapelare proprio in seguito alla morte di Ratzinger. Dai racconti di Gänswein, parrebbe che tra lui e Bergoglio non corra buon sangue. «Restai scioccato» ha scritto padre Georg rispetto al momento in cui il Santo Padre nel 2020 lo congedò dal ruolo di capo della Prefettura della Casa Pontificia. «Lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro», avrebbe detto il Papa. Un altro aneddoto riguarda il no alla mesa in latino di Papa Francesco del 2021. «Credo che Papa Benedetto abbia letto questo Motu Proprio con il dolore nel cuore», scrive Gänswein a riguardo.


Nel frattempo iniziano a diffondersi voci e ricostruzioni sulle manovre più ampie del fronte conservatore per impedire a Francesco, considerato troppo progressista, di influenzare il prossimo conclave. Alle voci, le accuse e le polemiche, il Pontefice risponde con parole conciliatorie: «Facciamo come Gesù: condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e distruggere, guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda». Il Santo Padre ha poi voluto richiamare un simbolico passaggio dell’omelia di Benedetto XVI del 13 gennaio del 2008. «Benedetto XVI ha affermato che “Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto», ha dichiarato il papa.


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