Il mistero sui bonifici dal conto di Paolo Calissano prima di morire, indagato il suo ex avvocato: «Spariti almeno 70mila euro»

La Guardia di Finanza sta setacciando i documenti contabili dell’attore scomparso nel 2021 e quelli di un paio di aziende in cui aveva investito. La famiglia ha presentato un esposto per circonvenzione di incapace

I soldi sul conto di Paolo Calissano sarebbero spariti poco a poco, soprattutto da quando le finanze dell’attore morto nel 2021, sono state gestite da un amministratore di sostegno, su disposizione del tribunale di Genova nel 2006. Come riporta Il Secolo XIX, dopo un esposto della famiglia dell’attore, la procura ha aperto un’indagine per circonvenzione di incapace a carico della persona che doveva gestire il patrimonio di Calissano, l’avvocato Matteo Minna, assistito ora dai colleghi Maurizio Mascia ed Enrico Scopesi. È lo stesso Minna a spiegare al quotidiano genovese di essere stato anche il legale dell’attore per circa 15 anni: «Se i parenti hanno mosso delle contestazioni nei miei confronti – spiega l’avvocato – replicherà a queste nelle sedi opportune».


La caduta e il recupero in comunità

Calissano era stato trovato morto nel suo appartamento nel quartiere Balduina di Roma il 30 dicembre 2021, quando aveva 54 anni. Secondo gli inquirenti romani, l’attore morì per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. Dopo una carriera di successo in diverse fiction tv e nel cinema, da La dottoressa Giò a Vivere passando per film come Palermo Milano solo andata e Cucciolo, Calissano fu travolto da una vicenda di droga. Era il 25 settembre 2005 quando nella sua casa a Genova fu trovato il corpo di Ana Lucia Bandeira, ballerina brasiliana di 31 anni, stroncava a un’overdose di cocaina. Per quella vicenda, Calissano aveva patteggiato una condanna a quatto anni e un lungo periodo di recupero in comunità. Sulla morte della donna, la procura di Roma ha chiuso poi l’indagine con una richiesta di archiviazione.


I sospetti sui bonifici

L’inchiesta di Genova starebbe scandagliando una serie di documenti per chiarire il ruolo dell’attore in un paio di società. Tra queste la Autopark V maggio srl, finita in liquidazione. Nel 2019 secondo i finanzieri sarebbe partita una decina di bonifici da un conto intestato a Calissano. Versamenti destinato all’avvocato Minna, che secondo le causali indicavano rimborsi per spese e finanziamenti della Autoparco. Pagamenti per un totale di 70mila euro, a cui sarebbero seguiti altri. Mentre nella contabilità della società, continuano Marco Fagandini e Tommaso Fregatti sul Secolo XIX, sarebbero risultati stanziamenti molto inferiori sempre provenienti da Calissano. Un dettaglio che ha fatto scattare il sospetto da parte della famiglia di circonvenzione di incapace, con l’attore che nel tempo sarebbe stato sempre più vicino all’amministratore di sostegno e sempre più lontano dai parenti.

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