Bonafede ammette: «Ho comprato io il covo per Messina Denaro» – Il documento firmato dal prestanome

Il boss mafioso ha usato per anni lo pseudonimo prestatogli dall’amico – indagato per associazione mafiosa – e le sue generalità per ogni esigenza

«Conosco Messina Denaro fin da quando eravamo ragazzini. La casa in cui viveva l’ho comprata io con i suoi soldi». Sarebbero queste le parole rivolte da Andrea Bonafede, prestanome di Matteo Messina Denaro, agli inquirenti. Il boss mafioso ha usato per anni lo pseudonimo prestatogli dall’amico – indagato per associazione mafiosa – e le sue generalità per ogni esigenza. Così conoscevano il boss anche nella clinica La Maddalena, dove è avvenuto l’arresto dopo trent’anni di latitanza. Ed è proprio di Bonafede, quello vero, la firma sull’atto di compravendita della casa divenuta il Covo del mafioso. Una dimora di media grandezza a Campobello di Mazara, provincia di Trapani e a ottanta chilometri da Palermo; quattro vani più le cosiddette «pertinenze», acquistata sei mesi fa da una coppia residente nella stessa zona (nell’atto che pubblichiamo abbiamo oscurato le generalità). Non è chiaro da quanto tempo il boss vivesse nella palazzina di via Cb Trentuno, ma ha effettivamente comprato l’appartamento il 15 giugno scorso. Secondo le prime indiscrezioni seguite alla perquisizione, all’interno i carabinieri hanno trovato profumi, abiti di lusso, viagra e preservativi, ma non armi. Non è chiaro se ci sia traccia del famoso archivio di Totò Riina, sparito quando, trent’anni or sono, dopo la cattura il suo covo non fu perquisito.


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