«Hanno controllato e non hanno trovato nulla» diceva pochi giorni prima dell’arresto Monica Rossana Bellini, la commercialista della famiglia di Antonio Panzeri, accusata dalla procura di Bruxelles di aver avuto un ruolo cruciale nel riciclaggio del denaro incassato dalla rete dell’ex eurodeputato da Qatar e Marocco. Intercettata davanti al suo studio a Opera, nell’hinterland milanese, da Non è l’Arena su La7, Bellini racconta che dopo le perquisizioni della Guardia di Finanza lo scorso dicembre non le hanno più fatto sapere nulla, almeno fino a questa mattina, quando per la professionista si sono aperti i cancelli di San Vittore a Milano. Bellini si considerava ancora del tutto estranea alla vicenda: «Sono incidenti di percorso che possono capitare a una professionista – dice ancora a Carlo Marsilli – Ma le dico è tutto molto spiegabile». Sul Qatargate e l’inchiesta che ha travolto il suo cliente, Bellini poi commenta: «Panzeri lo conoscevano tutti a Milano… I Giorgi li ho conosciuti tramite Panzeri…». Ma allora qual era la necessità della commercialista di fare una società con i Giorgi? Bellini si difende: «Perché è il mio lavoro fare le società… sono entrata in tante società, perché no?». La scelta di aprire quel connubio commerciale a Tallin, in Estonia, era data da «una connotazione di tipo internazionale. E si era pensato a Tallin. Dopo di che i collegamenti con Milano erano disastrosi». Sulle ipotesi degli inquirenti di Bruxelles secondo i quali Bellini serviva per creare società sui cui far transitare soldi come quelli che avrebbe intascato, tra gli altri, Francesco Giorgi, la commercialista nega: «Per farli riuscire a corrompere? No, perché tutti i dati contabili… Non è quella la cosa. Quindi evidentemente… Non lo so guardi». Bellini insomma ribadisce di essere inconsapevole di quel che accadeva: «Gliel’ho detto, non ci ho capito nulla».
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