Davos, Greta Thunberg all’attacco: «Fermate l’apertura dei siti di estrazione di petrolio. I big dell’energia sapevano dei danni»

L’appello ai Ceo delle aziende energetiche è arrivato quasi a 900mila firme

«Fermate immediatamente l’apertura di nuovi siti di estrazione di petrolio, gas e carbone. E smettetela di bloccare la transizione verso l’energia pulita». Sono queste le parole di Greta Thunberg giunta al Forum economico mondiale di Davos assieme alle attiviste Vanessa Nakate (Uganda), Helena Gualinga (Ecuador) e Luisa Neubauer (Germania), per tornare a denunciare l’operato dei colossi energetici. L’attacco di Thunberg si rifà all’appello che hanno lanciato le quattro attiviste online. E che invita gli amministratori delegati delle aziende che si occupano di combustibili fossili di smetterla di bloccare la transizione energetica sostenibile per l’ambiente. Nella lettera si denuncia che i vertici dell’azienda «sapevano da decenni che i combustibili fossili causano catastrofici cambiamenti climatici».


«Se non cambiano saranno richiamati con azioni legali»

E ancora: «Hanno ingannato i politici e il pubblico sulla scienza del clima e sui possibili rischi». Se non cambieranno direzione «saranno chiamati alle loro responsabilità con azioni legali», si legge nel testo della petizione delle giovani attiviste che sta arrivando quasi a 900mila firme. La petizione è stata lanciata in questi giorni in occasione del vertice a Davos, che vede la partecipazione di diversi amministratori delle principali aziende energetiche. E alcune di queste società sono anche i tra partner del World Economic Forum, tra cui Rwe, il colosso tedesco contro cui si stanno scagliando gli ambientalisti che hanno occupato Lützerath, in Germania, contro l’ampliamento delle estrazioni di carbone. A partecipare alle manifestazioni del villaggio occupato è stata anche la stessa Greta che è stata poi portata via e rilasciata.


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