Ramstein, la Germania frena sull’invio dei tank all’Ucraina: «Nessuna decisione». L’Ue pronta a stanziare altri 500 milioni di euro – Il video

Questa mattina all’apertura del vertice Zelensky aveva chiesto agli alleati occidentali: «Fate presto. Ogni arma conta»

È in corso a Ramstein, base militare Usa in Germania, l’ottavo incontro del Gruppo di contatto per l’Ucraina a guida Usa, per coordinare ulteriori aiuti militari. Il gruppo comprende circa 50 Paesi, tra alleati Nato e altri partner. Sul tavolo domina la questione degli aiuti militari da spedire all’Ucraina per completare la svolta nella guerra, spostandone gli equilibri militari in suo favore. Pressione altissima, in particolare, sulla Germania – Paese ospitante – perché accetti di cedere a Kiev i tank Leopard, dopo che diversi altri Paesi europei hanno già promesso l’invio di carri armati. In apertura del vertice ha parlato al consesso il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, che in videocollegamento ha lanciato l’allarme: «Non abbiamo tempo. Il tempo è un fattore determinante. Dobbiamo agire in fretta. Abbiamo bisogno di panzer da difesa e da combattimento. Ogni arma conta», ha detto il leader di Kiev.


I dubbi di Berlino

Paese ospitante del vertice, la Germania concorda sulla linea del sostegno ulteriore all’Ucraina, ma «come e in che tempi non è ancora definito», ha chiarito a margine del vertice il neo-ministro della Difesa di Berlino Boris Pistorius. «Abbiamo parlato anche della possibile consegna di Leopard: ci sono buone ragioni a favore e buone ragioni contro», ha aggiunto, spiegando che «non c’è ancora una decisione finale». Ma Pistorius non ci sta alla lettura veicolata da parte dei media e delle cancellerie di una Germania che incrina il fronte occidentale: «Non c’è un’opinione unitaria su questa questione (dell’invio dei Leopard, ndr): ma la sensazione che ci sia una coalizione compatta determinata e la Germania sia un ostacolo è sbagliata».


Nuovi stanziamenti

Zelensky ha ringraziato invece gli Stati Uniti per la nuova tranche di aiuti militari pari a 2,5 miliardi di dollari, tra cui centinaia di veicoli blindati. «Grazie per aver fornito all’Ucraina un altro potente pacchetto di supporto alla difesa», ha scritto su Twitter. «Gli IFV Stryker, gli APC Bradley aggiuntivi, i sistemi di difesa aerea Avenger sono un aiuto importante nella nostra lotta contro l’aggressore. Grazie per il costante supporto!». A vertice in corso, è arrivata intanto la notizia che l’Unione europea si appresta a stanziare altri 500 milioni di euro in aiuti militari per Kiev. La proposta, da veicolarsi tramite la European Peace Facility, sarà portata al Consiglio affari esteri di lunedì dall’Alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell. Lo ha fatto sapere un alto funzionario dell’Unione, aggiungendo che si chiederanno inoltre altri 45 milioni di euro per la missione di addestramento militare europea a favore delle forze armate ucraine.

Austin: «Non è il momento di cedere»

In apertura della riunione, il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha sostenuto che «non è il momento di cedere. È tempo di scavare più a fondo. Il popolo ucraino ci sta guardando. Il Cremlino ci sta guardando. La storia ci sta guardando. Quindi non molleremo. E non esiteremo nella nostra determinazione ad aiutare l’Ucraina a difendersi dall’aggressione imperiale della Russia». E ha aggiunto: «Non smetteremo, non indugeremo e non esiteremo nell’aiuto dell’Ucraina». A stretto giro di posta è arrivata la replica del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: «Abbiamo ripetutamente affermato che tali forniture non saranno in grado di cambiare radicalmente nulla, ma aggiungeranno problemi per l’Ucraina, per il popolo ucraino». Peskov ha tirato in ballo anche l’Alleanza Atlantica: «C’è un crescente coinvolgimento indiretto e talvolta diretto dei Paesi della Nato. Sentiamo dichiarazioni che indicano il predominio assoluto della volontà politica di aumentare questo coinvolgimento».

Foto di copertina: EPA/RONALD WITTEK – Il Segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov e quello tedesco Boris Pistorius al vertice di Ramstein – 20 gennaio 2023.

Leggi anche: