Anche quest’anno la metà degli omicidi in Italia sono femminicidi – I dati dell’anno giudiziario

Il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio: «Rimane inaccettabile, allo stesso modo, il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi»

Sono i dati a fare notizia più delle polemiche politiche (almeno per ora), all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione per il 2023. Il primo presidente del Palazzaccio, Pietro Curzio infatti, come ogni anno, ha elencato i dati principali che riassumono l’andamento del 2022 e a far maggiormente riflettere è probabilmente l’alto numero di femminicidi e omicidi in ambito familiare, che anche quest’anno rappresentano poco meno della metà del totale. Accanto a questo, allarmante è il dato delle morti sul lavoro, circa 3 al giorno. «Un’ombra inquietante rimane per il fatto che circa la metà degli omicidi sono avvenuti nell’ambito dei rapporti familiari ed affettivi e una parte molto consistente, 122 su 310, vede come vittima la donna, spesso ad opera del partner o ex partner. Il dato è ormai costante, anche se proprio nell’anno appena concluso in leggera flessione», ha detto Curzio alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E dire che, complessivamente, l’Italia è uno dei paesi più sicuri d’Europa e probabilmente del mondo. «Nel corso degli anni Novanta del Novecento gli omicidi in Italia erano circa 1900 ogni anno, in parte cospicua commessi da esponenti della criminalità organizzata», spiega infatti Curzio, «negli ultimi 5 anni si sono ridotti a 300 e nel 2022 sono stati 310»: «Si tratta di un dato cruciale perchè colloca l’Italia tra i paesi più sicuri in Europa e a fortiori nel mondo». Il primo presidente sottolinea, comunque, «l’efficienza del sistema» per cui negli ultimi 30 anni l’accertamento degli autori di omicidi è passato dal 40% degli anni Novanta al 73% del 2016, «percentuale che tende a crescere».


Le morti sul lavoro

«Rimane inaccettabile il numero delle morti bianche, che anche quest’anno ha superato il livello di 1000 casi, con l’inquietante ritmo di tre morti al giorno», ha aggiunto poi Curzio. Con l’uscita dall’emergenza pandemica, i numeri sono tornati a crescere: da gennaio a ottobre 2022, le denunce «sono aumentate del 32,9% rispetto al 2021», le malattie professionali del 10,6%. Una «pesante e grave conferma» della situazione di pericolo e rischio nel mondo del lavoro, ha concluso il presidente. Tra gli interventi di rito, quello del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha preferito non riaccendere le discussioni dei giorni scorsi: «Ogni futura riforma, prima di essere affidata alle valutazioni del Parlamento sovrano, si comporrà attraverso l’ascolto di tutte le voci del sistema giustizia, dall’avvocatura all’accademia e alla magistratura», ha detto.


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