Michel Houellebecq a luci rosse: protagonista dell’ultima opera porno del collettivo olandese Kirac

Lo scrittore avrebbe dovuto fare un tour di prostitute in luna di miele, ma è stato costretto a cancellarlo: così, su proposta del regista Stefan Ruitenbeek, ha ripiegato su un hotel di Amsterdam

Michel Houellebecq sarebbe dovuto partire in luna di miele in Marocco. Per l’occasione la sua giovane moglie Qianyum Lysis Li aveva avuto la premura di «organizzare in anticipo un giro di prostitute», come da desiderio del consorte. Ma «tutto è andato a monte»: la coppia, per il timore di diventare il bersaglio di gruppi islamici, ha deciso di rinunciare al viaggio. La delusione è stata tuttavia sanata dall’intervento di Stefan Ruitenbeek, capo del collettivo di artisti olandese Kirac. Che ha magnanimamente informato lo scrittore francese di conoscere molte ragazze ad Amsterdam che sarebbero andate a letto con lui «per curiosità». Poteva metterle in contatto con il 66enne, ma a una condizione: quella che i rendez-vous venissero filmati. Nasce così il progetto a luci rosse del provocatorio collettivo nato nel 2016, formato da un gruppo di registi specializzati in video «controversi»: l’opera sarà presentata l’11 marzo ad Amsterdam, al centro culturale Betty Asfalt, e in contemporanea su Internet. Si chiamerà Kirac 27, e il suo trailer è già disponibile on line.


Le provocazioni del collettivo

Come ricostruisce il Corriere della Sera, Kirac (acronimo di Keeping It Real Art Critics) è salito alla ribalta delle cronache olandesi dopo una specie di trappola tesa all’intellettuale di estrema destra olandese Sid Lukkassen. L’uomo infatti, noto per le sue ideologie misogine, aveva accettato l’invito di Jini van Rooijen, una ragazza del collettivo, ad avere un rapporto sessuale davanti alle telecamere «per superare la polarizzazione destra/sinistra grazie al porno». Un progetto mai andato in porto, perché Lukkassen è presto caduto vittima dell’imbarazzo e ha iniziato a rivestirsi, ritirando il permesso di mostrare le immagini. Ma il collettivo ha deciso di pubblicare comunque il video, fedele al loro intento di «ricerca dell’amore, sotto forma di verità – si legge nel loro manifesto online -. Utilizziamo il feticcio illuminista più sincero e impossibile: la dialettica. In altre parole, la convinzione che ogni avversario sia in realtà un alleato in questa ricerca prioritaria della verità».


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