No! Questo studio non sostiene che siano morti il 41% dei vaccinati con quarta dose anti Covid

Perché non è mai una buona idea improvvisare l’interpretazione delle tabelle negli studi, ignorando i ricercatori

Circola uno screenshot tratto da uno studio dell’Università di Bologna con il quale si sostiene che «il 41% dei vaccinati» contro il nuovo Coronavirus «con la quarta dose è morto». Come mostrato nell’analisi dei colleghi di Facta, la fonte era un articolo del Il Giornale d’Italia del 18 gennaio, poi corretto dalla stessa testata. Ma come vedrem,o l’articolo continua a dare un’immagine distorta dei presunti rischi che comporterebbero i vaccini Covid, basati sull’interpretazione fuori contesto dei dati forniti dallo studio in oggetto, contraddicendo gli stessi ricercatori.

Per chi ha fretta:

  • Lo studio di Vaccines non dimostra che i vaccinati con tre o più dosi hanno maggiori rischi di incorrire in malattie cardiache o di morire.
  • Sono gli stessi ricercatori a confermare sicurezza ed efficacia dei vaccinazioni Covid.
  • I valori riportati nelle tabelle possono avere grossi limiti, di cui gli autori dello studio hanno tenuto conto.

Analisi

Lo studio apparso sulla rivista Vaccines il 23 dicembre 2022, «ha seguito per 19 mesi l’intera popolazione della provincia di Pescara, raccogliendo i dati sanitari. “Nessuna patologia”, secondo lo studio, “è risultata più frequente tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati”». Nella versione originale dell’articolo Il Giornale d’Italia riporta che su 8.213 persone vaccinate con quarta dose ne sarebbero morte 3.351, ovvero il 40,8%.

La tabella “creata” dall’autore de Il Giornale d’Italia.

I dati sui morti

Ma i ricercatori non hanno riportato una tabella col solo valore delle quarte dosi. Nell’ultima colonna si riportano piuttosto tutti coloro che hanno ricevuto almeno una dose.

L’autore dell’articolo ha dunque creato una tabella che non corrisponde ai numeri contenuti nello studio citato – spiegano i colleghi di Facta -, confrontando dei dati che non hanno niente a che vedere tra loro: ha infatti inserito il numero (corretto) di persone che hanno ricevuto la quarta dose, ma l’ha collegato al numero di decessi totali di tutte le persone vaccinate, creando una percentuale errata.

L’ultima colonna della tabella originale somma tutti i vaccinati con almeno una dose.

Gli autori de Il Giornale d’Italia hanno successivamente rettificato, giustificandosi nel seguente modo:

La tabella potrebbe trarre in inganno i lettori, come accaduto inizialmente anche a noi, facendo pensare che il 41% dei vaccinati con quarta dose sia morto, in quanto dove indicato I significa prima dose, II significa seconda dose, III significa terza dose, ma IV non significa quarta dose, ma indica la somma delle prime tre dosi. In ogni caso, come riporta la tabella del report Vaccines, i problemi cardiovascolari e polmonari nei vaccinati con 3 o più dosi sono mediamente circa doppi rispetto agli stessi problemi nei non vaccinati.

Lo screen che circola ancora su Facebook.

I dati sugli eventi avversi

Secondo la testata infatti le tabelle mostrerebbero che i vaccinati avrebbero reazioni avverse nel 4,5% dei casi, mentre i non vaccinati si attesterebbero al 2,6%:

Analizzando i numeri, sembra che i problemi cardiovascolari e polmonari nei vaccinati con 3 o più dosi siano circa doppi rispetto agli stessi problemi nei non vaccinati. Il totale delle reazioni avverse nei vaccinati con 3 o più dosi corrispondere infatti al 4.5%. Nei non vaccinati, gli stessi problemi sarebbero fermi al 2.6%, come riportato nella tabella di pagina 5 del report pubblicato su Vaccines. 

Resta il fatto che secondo gli stessi autori del paper, i vaccinati non hanno mostrato un aumento nel rischio di incorrere in malattie cardiache, mentre la mortalità per tutte le cause appare «significativamente più alta tra gli individui non vaccinati rispetto a quelli che hanno ricevuto almeno una dose di vaccino». Del resto parliamo di uno studio preliminare pubblicato su una rivista di scarso impatto, dove non si tiene conto dei fattori confondenti, che possono aumentare o diminuire quel rischio, come la fascia di età e le malattie pregresse. Va tenuto conto inoltre del fatto, che tali eventi avversi sono ritenuti «potenzialmente correlati» dai ricercatori. Insomma, il fatto che una patologia o sintomo emerga dopo la vaccinazione non implica necessariamente che questa ne sia la causa.

Conclusioni

Il Giornale d’Italia ha improvvisato le interpretazioni delle tabelle di uno studio limitato, ignorando la prudenza osservata dagli stessi ricercatori, i quali hanno spiegato che non è stata dimostrata alcuna pericolosità della vaccinazione Covid, riscontrando maggiori rischi nei non vaccinati.

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