Caso Cospito, il ministro Nordio: «Sul 41 bis decide la magistratura ma dal governo nessun cedimento»

Linea dura adottata dai membri dell’esecutivo, secondo i quali «le condizioni di detenzione non possono essere cambiate perché l’anarchico ha iniziato uno sciopero della fame»

Dopo l’informativa esposta nel Consiglio dei ministri di ieri, 30 gennaio, i titolari di via Arenula, Viminale e Farnesina tengono una conferenza stampa per illustrare la posizione del governo sul caso Cospito. Il ministro Antonio Tajani si concentra sugli attacchi dei gruppi anarchici alle ambasciate italiane all’estero: «Abbiamo confermato la volontà di non scendere a patti con chi usa la violenza come strumento di lotta politica contro lo Stato, le autorità e le nostre sedi diplomatiche». Il capo degli Esteri ribadisce che il regime carcerario del detenuto non è cambiato con il trasferimento dal carcere di Sassari a quello di Opera, «scelta fatta perché l’istituto milanese ha una struttura sanitaria tra le più efficienti». Il vicepremier dice anche di augurarsi che tutte le forze politiche sostengano l’azione del governo contro le forme di violenza organizzata che si stanno verificando intorno al caso Cospito. «È stata orchestrata una campagna internazionale anarchica contro lo Stato italiano – aggiunge -. Lo Stato reagisce con la forza della legge alla violenza di chi ha attaccato beni privati e pubblici».


Tajani: «Negli ultimi 40 giorni commessi 18 attacchi contro le nostre sedi diplomatiche»

Tajani fotografa «un crescendo di atti terroristici o dimostrativi contro personale dello Stato e sedi o edifici della Repubblica». Il fatto più grave, secondo il ministro degli Esteri, è quello del 2 dicembre, ad Atene, quando è stato incendiato il veicolo del primo consigliere Susanna Schlein: «Si è rischiato veramente una strage ed è stata evitata solo perché non è esplosa la seconda molotov, poteva saltare tutta la palazzina perché l’auto era vicina all’impianto del gas». Il ministro elenca una serie di attacchi contro le sedi diplomatiche italiane: La Paz, Lugano, Atene, Santiago del Cile, Buenos Aires, Basilea, Stoccarda, Porto Alegre, l’ambasciata a Madrid, «dove oggi – 31 gennaio – è stata annunciata un’azione dimostrativa». Il titolare della Farnesina ringrazia i carabinieri e le altre forze dell’ordine per lo sforzo ulteriore nel garantire la sicurezza delle sedi diplomatiche estere, dove negli ultimi 40 giorni sarebbero avvenuti almeno 18 attacchi.


Piantedosi: «C’è il rischio di ricompattamento di frange antagoniste»

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, poi, assicura: «È evidente che i fatti di questi giorni hanno aperto delle riflessioni sul livello della sicurezza. Innalzeremo il livello di sicurezza verso alcune sedi istituzionali. Con molta serenità faremo le nostre valutazioni e prenderemo alcune decisioni. Noi siamo assolutamente non condizionati da quelle che sono le vicende della gestione del detenuto Cospito, non ci faremo condizionare dai fatti, il percorso del 41 bis procederà come deve». Il capo del Viminale esclude l’esistenza di «una minaccia terroristica dietro l’angolo». Ma, aggiunge, «ci aspettiamo altre manifestazioni come quella vissuta qui a Roma». Per Piantedosi c’è il rischio «di ricompattamento di frange» antagoniste diverse dagli anarchici, che potrebbero sfruttare l’onda del caso Cospito. «Di questo c’è traccia anche nella manifestazione dell’altra sera di Roma, dove c’erano componenti di una più generale galassia dell’antagonismo, diverse dagli anarchici».

Nordio prende le distanze dalle dichiarazioni di Donzelli

«Se il fronte di chi subisce il 41 bis se ne lamenta – conclude Piantedosi – è la prova che ha sua efficacia. Prima i mafiosi e ora chi è accusato di terrorismo». Interviene Carlo Nordio, il quale prende le distanze dalle dichiarazioni del suo compagno di partito, Giovanni Donzelli, il quale in Aula ha sollevato dubbi sulla visita dei parlamentari del Pd nel carcere di Cospito. «Escludo che ci siano rapporti tra parlamentari e gruppi anarchici, so che è un dovere dei deputati fare visite in carcere ma escludo che questo possa essere un veicolo». Poi, il ministro della Giustizia espone la sua posizione sul regime di 41 di carcere duro a cui è sottoposto l’anarchico: «Il 41 bis è una forma di estremo rigore, che può essere modificata solo se vi è un minimo di prova di quella rieducazione prevista dalla Costituzione. Se c’è l’allontanamento dall’attività criminale, allora è giusto revocarlo. L’indulgenza non può mai essere gratuita».

Il guardasigilli: «Le condizioni di detenzione non possono cambiare per uno sciopero della fame»

Il guardasigilli propone un paradosso: «Possono essere cambiate le condizioni di detenzione in base allo sciopero della fame? No! Se adottassimo questa interpretazione noi ci troveremmo di fronte a centinaia di mafiosi in sciopero della fame e metteremmo lo Stato nella condizione di fare la stessa scelta fatta con Cospito. Se Messina Denaro facesse lo sciopero della fame, perché dovremmo decidere diversamente». E chiarisce: «Penso che in questo momento storico il 41 bis sia indispensabile, che sia necessario mantenerlo, ma che che possa essere modificato con il cambiamento di atteggiamento di chi vi è sottoposto. Se un domani le cose cambiassero – aggiunge il guardasigilli – cambierebbero anche le leggi».

«C’è un legame tra detenuto e compagni esterni»

Infine, riguardo alla specifica vicenda di Cospito, Nordio sostiene che «l’ondata di violenza e atti intimidatori da un lato è la prova che rimane il legame tra detenuto e compagni esterni e quindi questo tende a giustificare il 41 bis, dall’altra che lo Stato non può neanche mostrare il segno di essere intimidito da violenze e atti minacciosi. Ho condotto l’inchiesta sulle Br nel Veneto, ho sempre pensato che di fronte alla violenza non si tratta. Quanto emerso ieri sera nel Cdm è di una fermezza assoluta per quanto riguarda queste forme di intimidazione». E conclude ribadendo che sul caso dell’anarchico spetta ai giudici decidere se esistono o meno le condizioni per il regime di 41 bis: «La magistratura è indipendente e sovrana, guai se il ministero cercasse di influenzare pareri e decisioni».

Il video della conferenza stampa

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