Beppino Englaro: «Vi spiego perché oggi sono in pace: mia figlia Eluana ha vinto»

Il padre: grazie a lei ora c’è una legge. Ed è una svolta

Il 3 febbraio 2009 Beppino Englaro ha accompagnato sua figlia Eluana nella clinica in cui è morta. Oggi in un’intervista a Repubblica ripercorre quella ricorrenza. Partendo dal 18 gennaio 1992, giorno dell’incidente: «Eluana rientrava a casa con la mia macchina su una strada ghiacciata. È entrata in testacoda, finendo contro un muro. Un incidente molto grave. Soccorsa prontamente, è subito precipitata in uno stato di coma profondo». La figlia, ricorda Beppino, di non voler vivere attaccata a un macchinario «lo aveva detto varie volte. Soprattutto nei giorni dell’incidente del suo amico Alessandro, soprannominato “Furia”, perché era un ragazzo veramente incontenibile. Quando lei lo ha visto imbrigliato nei meccanismi estremi della rianimazione, ci ha ammoniti: “Non a me, ricordatevelo”».


La lettera

Beppino nel colloquio con Ezio Mauro ricorda una lettera scritta da Eluana un mese prima dell’incidente: «“Ciao grandi. Vi volevo ringraziare per tutto quello che mi avete donato in questi lunghi ventun anni trascorsi insieme. Sai, tu papi ogni tanto dici che non siamo una famiglia perfetta ed hai ragione perché siamo super. Spero di non deludervi mai perché ne soffrirei più io di voi. Voi due, oltre ad essere dei perfetti genitori, siete anche due buone persone, perché mi avete insegnato la bontà e la generosità, ma soprattutto dei grandi valori quali il rispetto verso se stessi e gli altri, il piacere di avere una famiglia salda, calda, affettuosa, sulla quale si può sempre contare. Spero un giorno di diventare brava come voi. Con tanto affetto Eluana”. Pensi che questa lettera l’abbiamo trovata 15 anni dopo. Ma noi non ne avevamo bisogno. Sapevamo». E spiega che per tutta la famiglia «la vita è libertà di vivere. Non una condanna».


La vittoria di Eluana

Infine, Beppino spiega perché Eluana ha vinto: «Grazie a mia figlia è nata una legge. L’Eluana di turno, oggi, ha la possibilità di non farsi intrappolare né nei meccanismi clinici, né nei meccanismi giuridici. Una svolta». Lui ha deciso di non partecipare al funerale della figlia «perché ho preferito stare accanto alla creatura splendida che ha amato sua figlia con tutta se stessa: la madre di Eluana». Mentre lui si sente in pace: ««Non sarei stato in pace se non avessi portato a termine il rispetto delle convinzioni di mia figlia. L’unico modo per me di trovare pace era quello di rimanere fedele alla sua testimonianza di vita, alle sue idee: alla scelta di Eluana».

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