Ucraina, hackerato l’account Facebook del giornalista di guerra Claudio Locatelli: il simbolo dell’Isis sulla foto profilo – Il video

Il giornalista ha già notificato le autorità ucraine e sta lavorando per recuperare i dati di accesso. I pirati potrebbero aver avuto accesso alle sue fonti

«Hanno preso il controllo del mio profilo e canale Facebook». È questa la denuncia via Instagram del giornalista italiano di guerra Claudio Locatelli – un esperto di territori di guerra, per lavoro è già stato in Siria e in Afghanistan – che dall’inizio segue il conflitto in Ucraina sulla sua pagina Facebook “Claudio Locatelli – Il giornalista combattente“, che conta oltre 381 mila follower. Il giornalista spiega a Open che il suo profilo privato “Claudio Clod Locatelli” è stato oggetto di un attacco con il quale i pirati sono riusciti a modificare le credenziali di accesso, perdendo così il controllo della pagina. L’attacco è particolarmente grave, fa notare il giornalista, perché il profilo hackerato contiene una rete di contatti e informazioni frutto di anni di esperienza in territori di conflitto. Un particolare curioso è l’immagine del profilo, sostituita dai pirati informatici con la bandiera dell’Isis. Che sia opera loro? «Non penso siano stati veramente loro, ma qualcuno sta cercando di distruggere tutto», spiega il giornalista. L’attacco è stato sferrato da un indirizzo olandese e da uno italiano. I due elementi sembrano escludere la mano russa, ma nulla è certo al momento, spiega Locatelli.


Claudio Locatelli / Screenshot che mostra l’immagine profilo così come appare dopo l’attacco

«Non ho nessun accesso, non so cosa stia succedendo», aggiunge. «La pagina non è più sotto il mio controllo». Il profilo non è visibile, in quanto bloccato dal social. La pagina, invece, è ancora online, senza che siano stati pubblicati aggiornamenti nelle ultime ore. A essere stati estromessi, sostiene Locatelli – che a dicembre è stato vittima di un attacco russo rischiando la vita – sarebbero stati l’indirizzo email e il numero di telefono. In un successivo aggiornamento il giornalista ha reso noto di aver denunciato l’accaduto alla polizia ucraina e di essere al lavoro per recuperare l’account. «Non ci piegheremo», aggiunge.


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