«La Russia ha dispiegato navi nucleari nel Mar Baltico» – L’allarme dei servizi segreti norvegesi

Secondo il Financial Times, inoltre, Mosca si starebbe preparando a un’offensiva aerea

Per la prima volta negli ultimi 30 anni la Russia ha dispiegato navi equipaggiate con armi nucleari tattiche nel Mar Baltico. A rivelarlo è il rapporto annuale dei servizi di intelligence norvegesi, citato da Politico, che fa notare come la componente chiave dell’arsenale nucleare della federazione risieda proprio «nei sottomarini e nelle navi della Flotta del Nord». Si tratta, secondo gli investigatori norvegesi, di «una minaccia particolarmente seria in diversi scenari operativi in cui i Paesi della Nato potrebbero essere coinvolti». Per questo, l’intelligence norvegese non esclude che il conflitto in Ucraina possa evolversi in una guerra che coinvolga gli Usa, la Nato e lo stesso Paese scandinavo. Le uscite della Flotta del Nord – che dal 2021 costituisce un’unità amministrativa militare indipendente – erano comuni, per l’Unione Sovietica, nel corso della guerra fredda. Ma mai nella storia della Russia le navi nucleari si erano spinte tanto al largo. Attualmente la Flotta è composta di 32 navi da guerra, a cui si aggiungono natanti minori di supporto, oltre ad almeno 34 sottomarini. Al momento non è chiaro quante navi siano state dispiegate, e quando.


In arrivo un’offensiva aerea russa?

Intanto, gli alleati occidentali avrebbero messo in guardia Kiev su una possibile imminente offensiva aerea da parte dell’esercito russo. Secondo l’intelligence dei paesi Nato, come racconta il Financial Times, i russi starebbero ammassando al confine con l’Ucraina aerei ed elicotteri da combattimento per supportare le forze di terra. Una versione non confermata dal segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin III. «Non vediamo che la Russia stia ammassando forze aeree per lanciare un’offensiva ma certamente Mosca continua ad avere grandi capacità in termini di aviazione», ha dichiarato al termine della riunione del formato Ramstein a Bruxelles, «l’Ucraina ha fatto un buon lavoro nell’intercettare i missili russi e vogliamo che abbiano tutti i mezzi per difendersi, anche nel caso in cui russi dovessero decidere di dispiegare l’aviazione». Il quotidiano britannico, citando due funzionari, sottolinea come la mossa si sarebbe resa necessaria per le difficoltà riscontrate fino ad oggi nella guerra. «Abbiamo una breve finestra di tempo per aiutare gli ucraini a prepararsi all’offensiva», ha dichiarato una delle fonti statunitensi, «le forze terrestri russe sono piuttosto alle corde, quindi è probabile che punteranno sugli aerei». Il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby ha invece ammesso che i russi stanno facendo continui progressi a Bakhmut, precisando che l’eventuale caduta non avrebbe un impatto strategico sul conflitto in Ucraina.


La resistenza a Bakhmut

Dopo mesi di conflitto intorno a Bakhmut, intensificatosi nelle ultime settimane, il Guardian riporta che la distruzione di un ponte da parte delle forze di Kiev in prossimità della città sarebbe il segnale di un’imminente ritirata. L’esercito ucraino finora ha sempre negato di voler lasciare l’aerea, e il governatore militare Pavlo Kyrylenko ha assicurato che verrà assicurata assistenza e rifornimento a tutti i civili rimasti, circa 5mila – gli abitanti di Bakhmut erano 70mila. Secondo l’intelligence britannica, le forze del gruppo Wagner stanno ottenendo continui successi sul campo, ma non abbastanza significativi da sfondare la resistenza ucraina. «Bakhmut non verrà presa domani, perché c’è una forte resistenza, il tritacarne funziona», ha detto Yevgeniy Prigozhin, a capo del gruppo mercenario, sottolineando che la presa della città non è imminente, «non ci saranno festeggiamenti a breve: non ci sono i prerequisiti per accerchiare il nemico nelle regioni settentrionali. L’attacco si fa casa per casa, metro quadro per metro quadrato».

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