Denunciò le bombe russe sul teatro di Mariupol, ma per Mosca è una fake news: 6 anni di carcere alla giornalista Maria Ponomarenko

Per il tribunale di Barnaul, in Siberia, la 44enne che scrive per il sito RusNwes è colpevole di aver diffuso fake news attribuendo il raid aereo alle forze russe

Condannata a sei anni di reclusione per aver dato la notizia del raid aereo di Mosca contro il teatro ucraino di Mariupol. La giornalista Maria Ponomarenko documentò sui suoi social l’attacco che provocò la morte di centinaia di civili, tra cui molti bambini. Ora il tribunale di Barnaul, in Siberia, l’ha giudicata colpevole di aver diffuso fake news su quanto successo a Mariupol. Oltre ai sei anni di carcere, i giudici hanno vietato alla giornalista di svolgere la sua attività lavorativa per cinque anni. La 44enne che scriveva per il sito RusNews era stata arrestata settimane dopo il bombardamento per aver pubblicato il post in cui si affermava che l’attacco a Mariupol era stato compiuto da aerei da guerra russi, nonostante il ministero della Difesa avesse smentito la notizia. Lo scorso aprile l’organizzazione indipendente Committee to Protect Journalists aveva lanciato un appello per richiedere la scarcerazione della giornalista. «Le autorità russe dovrebbero immediatamente abbandonare tutte le accuse e smettere di perseguitare i membri della stampa». Ora il tribunale di Barnaul ha emesso la sua sentenza. Ponomarenko ha accolto la decisione con lo stesso coraggio che l’ha contraddistinta fin dai primi momenti della guerra di Mosca: «Nessun regime totalitario è mai stato così forte come prima del suo crollo», ha detto subito dopo aver appreso la sentenza.


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