Bilaterale con Morawiecki, Meloni: «La Polonia è il confine morale dell’Occidente, il suo sostegno all’Ucraina è straordinario»

«I nostri governi forniscono insieme le armi, abbiamo parlato dei futuri fornimenti di armi all’Ucraina affinché ci sia la pace e la stabilità», ha sottolineato il primo ministro polacco

Incontro a Varsavia tra la presidente del Consiglio italiana e il primo ministro polacco. Dopo una settimana di convalescenza, Giorgia Meloni è tornata a svolgere gli incontri istituzionali. Anche se, durante le dichiarazioni alla stampa tenute a Varsavia insieme all’omologo Mateusz Morawiecki, i colpi di tossa l’hanno tormentata. «Scusate, siamo umani anche noi», ha detto. Diversi i temi affrontati nel breve incontro con i giornalisti, nel pomeriggio del 20 febbraio. Su tutti, il sostegno a Kiev: «L’Ucraina sa di poter contare su di noi e la Polonia sa di poter contare su di noi», ha detto Meloni. «Un’altra ragione per la quale io sono qui oggi è per ribadire che, di fronte al conflitto ucraino, la Polonia rappresenta il confine morale e materiale dell’Occidente: è una Nazione alla quale noi, come europei, dobbiamo dire “grazie” per il lavoro straordinario che sta facendo a sostegno dell’Ucraina». Prima di lei, Morawiecki aveva dichiarato: «Il governo italiano e polacco forniscono insieme le armi, abbiamo parlato dei futuri rifornimenti di armi all’Ucraina affinché ci sia la pace e la stabilità».


«L’Ucraina deve combattere contro la Russia con il sostegno dei Paesi del mondo libero, Italia e Polonia parlano con la stessa voce, insieme sentiamo questa responsabilità», ha aggiunto il primo ministro polacco. Meloni ha ribadito che l’Italia continuerà a dare «il suo deciso sostegno a Kiev: un sostegno finanziario, militare, umanitario e civile a 360 gradi». Tra i due leader c’è stata affinità anche sull’idea di come debba essere ristrutturata l’Unione europea. Mateusz, come lo chiama Meloni «in virtù di un’amicizia personale», ha esclamato: «Vogliamo un’Europa forte. Un’Europa che possa essere un attore globale, un’Europa delle patrie. Condividiamo i valori cristiani e la visione dell’Europa delle patrie». L’inquilina di Palazzo Chigi, ringraziando per l’invito a Varsavia prima di dirigersi verso Kiev, ha sottolineato: «Oggi si dimostra la forza del legame tra le due Nazioni, un legame che continua a crescere. Nello scorso anno abbiamo avuto 29 miliardi di euro di interscambio e crediamo che possa crescere».


«Anche il nostro rapporto culturale continua a crescere. Noi siamo le uniche due Nazioni al mondo che citano l’altra nel proprio inno nazionale. Ci legano figure storiche come Giovanni Paolo II, un gigante storico e della fede e nel giorno di insediamento del governo ricorreva la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II», ha detto la presidente del Consiglio. Anche lei ha fornito la sua idea di Europa nel corso delle dichiarazioni alla stampa: «Da anni abbiamo un’idea molto simile di quello che debba essere oggi l’Europa come attore internazionale, che sia un gigante politico e non burocratico e per quello lavoriamo. Un’Europa dove viga il principio di sussidiarietà per cui non si faccia a Bruxelles quello che Roma e Varsavia possono fare da sole». Per esemplificare il concetto, Meloni ha aggiunto: «Noi non siamo niente senza le nostre identità ed eccellenze e continueremo a difendere la possibilità di bere un buon bicchiere di vino e di mangiare carne che non sia sintetica».

E ancora: «Ci rendiamo conto di come l’Unione europea abbia bisogno di misure molto concrete per difendere le proprie aziende, che non possono favorire qualcuno a discapito di altri e se per esempio qualcuno chiede un allentamento delle norme sugli aiuti di stato è bene che questo non produca una distorsione del mercato interno. Abbiamo chiesto e ottenuto, nelle conclusioni del Consiglio europeo, che si discuta di una piena flessibilità dei fondi esistenti e delle scelte che si stanno facendo anche nel dibattito su flessibilità e crescita». La presidente del Consiglio, concludendo il suo intervento, ha parlato anche di questioni migratorie: «Non possiamo continuare a consentire che la selezione in ingresso sia fatta da bande di trafficanti, non possiamo confondere migrazioni e profughi. Cerchiamo risposte e un’Europa seria deve affrontare temi con pragmatismo – esortando le istituzioni europee a discutere prima – dei confini esterni».

Il video delle dichiarazioni

Leggi anche: