Anche i docenti universitari stanno con la preside del liceo Michelangiolo di Firenze: «La sua non è politicizzazione»

L’iniziativa, partita da un gruppo di professori dell’Università di Palermo, è stata sottoscritta da oltre 450 docenti degli atenei d’Italia

Dopo la solidarietà di insegnanti delle superiori, presidi e tantissimi studenti, anche i docenti universitari si schierano con la dirigente scolastica intervenuta con una lettera sulla vicenda del liceo Michelangiolo di Firenze. Sono oltre 450 e provengono da tutta Italia. Hanno firmato un documento di sostegno a Annalisa Savino che, in una circolare, aveva scritto: «Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti». Le aveva risposto il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, parlando di «affermazioni ridicole» e di un’iniziativa «del tutto impropria», aprendo anche all’ipotesi di possibili sanzioni disciplinari nei confronti della preside. Dichiarazioni che hanno fatto insorgere i partiti di opposizione, fino alla richiesta di dimissioni del ministro.


La lettera dei docenti universitari

A far partire l’iniziativa sono stati alcuni docenti dell’Università di Palermo. Nella lettera non si fa riferimento esplicito alle parole di Valditara. Piuttosto, si ribadisce l’assenza di polarizzazione nel testo della preside. «Come docenti universitari – si legge nel documento – desideriamo esprimere la nostra totale approvazione in merito al contenuto della lettera» della professoressa Savino, che, continuano i docenti, aveva il «chiaro intento di far prendere coscienza della gravità dell’evento». «I contenuti di tale lettera non appaiono in nessuna loro parte viziati da una presunta “politicizzazione” o strumentalizzazione dell’evento in quanto richiamano ai principi dell’impegno sociale e correttamente invitano ad aborrire violenza, prepotenza ed indifferenza verso chi ne fa uso». «Il valore pedagogico di tali richiami, ad avviso di chi scrive – concludono i docenti universitari – è un messaggio potente che non può non essere colto da chiunque ha davvero a cuore le sorti della funzione primaria delle istituzioni educative italiane». 


Leggi anche: