Scontro al liceo di Firenze, le opposizioni contro Valditara. Blocco studentesco brucia la lettera della preside – La foto

Fratoianni ha presentato un’interrogazione parlamentare mentre il Pd ha chiesto che il ministro riferisca in Parlamento

Da chi lo definisce indegno a chi lo accusa di legittimare aggressioni squadriste. A poche ore dalla risposta del ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara alla lettera aperta della preside del liceo Leonardo da Vinci Annalisa Savino sull‘aggressione agli studenti del Michelangiolo, piovono “condanne” su più fronti. Ma anche solidarietà per le minacce che il ministro ha ricevuto in seguito alla sua presa di posizione. Nicola Fratoianni ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda. in primo luogo per sapere se i ministri dell’interno e dell’istruzione abbiano intenzione o meno di acquisire dalla questura di Firenze gli elementi per «individuare e perseguire i responsabili dell’aggressione». A denunciare le frasi di Valditara è il Movimento 5 Stelle che in Commissione Istruzione di Camera e Senato ha dichiarato: «È incredibile. Anziché condannare con fermezza l’aggressione squadrista e fascista di Azione Studentesca, associazione vicina a Fratelli d’Italia, ed esprimere solidarietà nei confronti degli studenti aggrediti, se la prende con la preside del liceo». A sostegno della preside si schiera poi Enrico Letta che, come ha già fatto in passato (tra non poche polemiche), ha lanciato un hashtag su Twitter: #GraziePresideSavino. Intanto, gli studenti non restano inermi.


Gli studenti contro la preside: «Non ci fermerà una circolare»

Questa mattina, 23 febbraio, il gruppo Blocco Studentesco ha pubblicato una foto in cui brucia la lettera della preside e ha attaccato uno striscione di fronte all’istituto Da Vinci con scritto: «Non ci fermerà una circolare, studenti liberi di lottare». Su Twitter scrivono: «Un’intera generazione di cosiddetti ‘docenti’, in realtà propagandisti politici in servizio permanente, dovrebbe finalmente andare in pensione anticipata. Sono loro la causa principale del disastro del sistema educativo italiano. Rottami del ’68». E ancora: «Ecco cosa ci facciamo con la vostra carta da culo intestata e le vostre circolari bigotte».


La difesa delle associazioni studentesche: «Valditara inadeguato»

Ma non mancano gli studenti che difendono la preside del Da Vinci. «Il ministro Valditara, non solo non si è limitato a prendere nessun provvedimento in merito, ma ha anche minacciato di agire verso una dirigente che con un comunicato ha invitato ad una riflessione sull’esigenza di contrastare e non sottovalutare le nuove forme di fascismo che si stanno manifestando nel Paese», commenta Alice Beccari dell’Unione degli studenti. A far da coro è anche la Rete degli studenti medi che dal Lazio condanna la presa di posizione di Valditara ed esprime solidarietà alla dirigente: «Parlare di antifascismo è parlare della nostra Costituzione. Le parole del ministro ci confermano la sua inadeguatezza. Invece di intervenire su questioni fondamentali come edilizia, alternanza scuola lavoro e salute mentale, perde tempo con dichiarazioni ideologiche e fuori contesto».

L’affondo della Lega: «Fuori la politica dalle scuole». Il Pd chiama Valditara in Parlamento

Tra chi condanna la dirigente e chi esprime solidarietà, c’è chi punta il dito più in generale contro la presenza della politica nelle scuole. Tra i banchi della Camera arriva l’indignazione di Rossano Sasso della Lega verso le fila del Pd: «La preside militante del Pd non abbia nulla da temere. Dovete mettervi in testa che non si può fare più politica nelle nostre scuole!». Ha poi espresso vicinanza a chi ha subito pugni e calci, ma polemizza: «Di fronte alle innumerevoli aggressioni che i militanti di Lega e FdI subiscono regolarmente non ho mai sentito la sinistra dare solidarietà. Non ho mai letto una lettera di un preside che spiegasse i rischi della deriva stalinista e comunista». Ma il centrosinistra è compatto e ritiene che il vero centro della questione è proprio la scelta di Valditara di condannare la lettera della preside al posto dell’aggressione agli studenti: «Il ministro venga con urgenza in Parlamento a spiegare perché ha censurato la preside e non abbia assunto una posizione chiara».

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