Anche il Parlamento europeo mette al bando TikTok: «A rischio privacy e sicurezza, tutti i dipendenti lo disinstallino»

La decisione dell’Eurocamera arriva ad appena una settimana da quella della Commissione Ue

Si stringe ulteriormente la morsa su TikTok all’interno delle istituzioni occidentali. A una settimana di distanza dalla Commissione, anche il Parlamento europeo ha deciso di vietare TikTok sui dispositivi dei propri dipendenti. Nello specifico, si apprende dalla nota diffusa dall’istituzione, «dal 20 marzo 2023 TikTok non potrà più essere installato sui telefoni aziendali del Parlamento europeo», e che «la misura vale per i telefoni che usano l’applicazione di gestione mobile del Parlamento». L’accesso alla piattaforma della cinese ByteDance, inoltre, verrà impedito a tutti i dispositivi connessi alla rete WiFi del Parlamento Ue. Per coloro che hanno già l’app sul proprio telefono, questa dovrà essere disinstallata. Oggi, i circa 8 mila dipendenti hanno ricevuto un’email nella quale si legge – come già avvenuto in ban analoghi – di «preoccupazioni circa la cybersicurezza che riguardano l’uso dell’applicazione, in particolare per quanto concerne la protezione dei dati e il loro uso da parte di terzi». I terzi che preoccupano l’Unione, anche se non identificati esplicitamente, sono probabilmente i funzionari di Pechino. Poiché TikTok è un’app cinese, infatti, se il governo richiedesse determinate informazioni, la piattaforma non potrebbe rifiutarsi di fornirle.


L’opposizione del Ppe

Secondo quanto riporta Politico, la decisione non è stata accolta positivamente da tutti. Pedro Lopez, il portavoce del gruppo di centrodestra europeo, ad esempio, ha reso noto che il Partito Popolare Europeo non ha nessuna intenzione di cancellare il proprio account, che conta oltre 50 mila follower. «Penso che sia assurdo abbandonare il social che sta crescendo più velocemente in Europa, anche se i cinesi lo usano per spiarci», ha dichiarato Lopez, che poi ha rilanciato: «Anzi, credo sarebbe utile se il Parlamento Ue creasse un proprio profilo, così da combattere le fake news». Si vedrà come verrà risolta la diatriba. La decisione dell’Eurocamera segue – oltre quella della Commissione – diversi altri divieti da parte di istituzioni politiche, dal governo del Canada a quello degli Usa, passando per le università d’Oltroceano. Intanto, anche in Italia la prospettiva di un blocco ha iniziato a farsi strada dopo l’apertura di un’investigazione da parte del Copasir.


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