Naufragio di Cutro, le tappe del viaggio: la partenza da Smirne, l’avaria in mezzo al mare, il trasbordo sul caicco Summer Love

I 180 migranti sono partiti il 21 febbraio scorso e sono stati avvistati dopo tre giorni di navigazione

Il viaggio dei 180 migranti, forse di più che si è concluso tragicamente sulle coste davanti a Cutro all’alba di domenica 26 febbraio, era cominciato diversi giorni prima, a centinaia di chilometri di distanza. L’appuntamento a Istanbul, poi il trasporto in pullman, la corsa nei boschi, l’imbarco su una prima nave e poi il trasbordo sul caicco Summer Love, che alcune ore dopo si è spezzato in acqua a poche centinaia di metri dalla riva. In queste ore si stanno ricostruendo le tappe del viaggio di cui ora rimangono oltre 60 bare al palazzetto dello sport di Crotone e decine di dispersi ancora in mare. I migranti, secondo la ricostruzione degli inquirenti, erano 180. Alle 7 del mattino di martedì 21 ottobre sono stati fatti salire su due camion a Istanbul, direzione Smirne. Diverse ore più tardi, intorno alle 21, vengono fatti scendere nella zona di Cesme, in mezzo ai boschi, e dopo un tratto a piedi lungo la costa, trovano ad aspettarli sulla spiaggia l’imbarcazione che dovrebbe portarli sulle coste italiane. È la Luxury 2. Ma dopo tre ore di navigazione, il motore entra in avaria e gli scafisti si fanno raggiungere da una seconda imbarcazione, un caicco. La Summer Love è più grande, ma è di legno ed è ridotta male. I migranti vengono fatti salire a bordo e il loro viaggio riprende. Dopo tre giorni di navigazione, vengono avvistati da un velivolo di Frontex, l’agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Alle autorità italiane viene segnalata un’imbarcazione a 40 miglia dalle nostre coste, che viaggia a 6 nodi in buone condizioni di galleggiabilità, ma non viene lanciata l’operazione di ricerca e soccorso. Poi due motovedette della Guardia di finanza provano a raggiungere il mezzo, ma le condizioni del mare peggiorano e sono costrette a tornare indietro. Alcune ore più tardi, solo dopo la richiesta di aiuto, la Guardia costiera interviene in una missione di ricerca dei naufraghi, ma è ormai troppo tardi per molti di loro.


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