Strage di migranti a Cutro, la versione della Guardia costiera: «Primo Sos alle 4.30». L’avviso di Frontex la sera prima

L’Agenzia europea della guardia costiera dichiara di aver segnalato un’imbarcazione sovraffollata, che le motovedette italiane non hanno potuto raggiungere a causa delle condizioni del mare

Sarebbe arrivata solo alle 4.30 del mattino la prima «informazione di emergenza» sull’imbarcazione che spezzandosi al largo della costa di Steccato di Cutro, in Calabria, ha provocato la morte di almeno 64 migranti naufragati a causa del mare mosso domenica scorsa. È questa la versione ufficiale della Guardia Costiera che, rispondendo a chi sostiene che si sarebbe potuto fare di più per abbordare il barcone, aggiunge come la segnalazione dell’agenzia europea della guardia costiera Frontex parlasse di un’imbarcazione che «risultava navigare regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con solo una persona visibile sulla coperta della nave». Frontex però, attraverso il suo portavoce, fa sapere di aver avvistato la notte di sabato un’imbarcazione «pesantemente sovraffollata», e di aver prontamente avvisato le autorità italiane. La Gdf si sarebbe poi attivata, ed è nel corso di questa operazione che alle 4.30 della notte sarebbero giunte le prime segnalazioni telefoniche, da terra, che evidenziavano le difficoltà del barcone, spezzatosi per la forza delle onde. Poco dopo, continua la Guardia Costiera, «i Carabinieri, precedentemente allertati dalla Gdf, giunti in zona hanno riportato l’avvenuto naufragio».


La risposta alle accuse

La Guardia Costiera, quindi, specifica che «nessuna segnalazione telefonica è mai pervenuta ad alcuna articolazione della Guardia Costiera dai migranti, presenti a bordo della citata imbarcazione, o da altri soggetti come avviene in simili situazioni». Appena saputo delle difficoltà dei migranti, sarebbe partito il dispositivo Sar (Search and Rescue) coordinato dalla Guardia Costiera di Reggio Calabria, «con l’invio di mezzi navali e aerei, uomini e mezzi terrestri, nella zona indicata». Non viene citato, quindi, il presunto allontanamento di due motovedette italiane che sarebbero poi tornate a riva prima del naufragio, e avrebbero condannato – se la versione venisse del soccorritore confermata – decine di persone alla morte in mare. Allo stesso modo, non è chiaro se gli scafisti che pare viaggiassero assieme ai migranti siano effettivamente fuggiti alla vista delle due motovodette.


La versione di Frontex

L’Agenzia europea della guardia costiera fa sapere di aver individuato, con un aereo che sorvegliava l’area italiana di ricerca e soccorso nell’ambito dell’operazione Themis, «un’imbarcazione pesantemente sovraffollata» e di aver informato le autorità italiana. «Il nostro aereo ha continuato a monitorare la zona fino a quando non è dovuto rientrare alla base per mancanza di carburante», spiega all’Ansa il portavoce di Frontex. E aggiunge: «L’imbarcazione, che trasportava circa 200 persone, stava navigando da sola e non c’erano segni di pericolo. Le autorità italiane hanno inviato due motovedette per intercettare l’imbarcazione, ma le condizioni meteorologiche avverse le hanno costrette a rientrare in porto».

Leggi anche: