Il ricordo di Lino Banfi: «Avevo debiti con gli usurai, mia moglie Lucia mi salvò»

L’attore torna a ricordare Lucia, scomparsa il 22 febbraio scorso

«È difficile spiegare come uno si sente. Come ho detto a Maria De Filippi, abbiamo avuto più o meno lo stesso destino negli stessi giorni, è come se si fosse staccata una cosa da te. Passerà, ma non è facile». Lino Banfi a “Non stop News” su Rtl 102.5 torna a parlare dopo la morte di sua moglie Lucia, scomparsa il 22 febbraio scorso. «Faccio l’esempio di una foto: se la strappi puoi unirla con qualsiasi tipo di colla, ma resta staccata. Più tardi succede e più pensi al tempo che hai trascorso con lei», spiega l’attore. Banfi poi racconta come la moglie lo salvò dagli usurai: «Capii che il mestiere era duro, fare l’attore con il cabaret era praticamente impossibile. Mandavo, lo ricordo bene, ogni mese i soldi a mia moglie e a nostra figlia. I soldi non bastavano mai. Avevo molti debiti con i cravattari (ovvero gli usurai, ndr), venivano a prendersi qualsiasi cosa per saldare le rate. Dovevo rimanere a Roma a tutti i costi e allora mi resi conto che non potevo fare questo lavoro. Andai sulla Tiburtina per dare fuoco al baule con tutti gli abiti di scena, i manifesti, le fotografie e l’armamentario dell’avanspettacolo», ricorda. E ancora: «Andai a parlare con un senatore della Democrazia Cristiana, amico di mio padre, che mi avrebbe aiutato. Mi promise un posto come usciere in una banca. Tornai a casa e raccontai tutto a mia moglie, non dormimmo di notte. Lei mi guardò e mi disse: “Perché devo avere accanto un marito triste?” Mia moglie non ha mai pensato al posto fisso: voleva un marito felice. Presi coraggio e ricominciai a fare cabaret. Devo tutto a lei», conclude.


Leggi anche: