La camorra e la guerra per i gadget per lo scudetto del Napoli: «I clan pronti ad approfittare della festa per guadagnare»

L’industria del falso si è riciclata. Niente più marche e griffe. Adesso è la volta di bandiere e magliette

La mission aziendale è cambiata. E ora nel mirino c’è lo scudetto del Napoli. Gli azzurri di mister Spalletti sono primi in classifica con 15 punti di vantaggio sull’Inter seconda. E in questo turno hanno la possibilità di allungare ancora, visto che i nerazzurri hanno perso con lo Spezia. Per questo a Napoli c’è chi ha detto addio alla scaramanzia. E si sta preparando a festeggiare. Ma anche a guadagnare. Nel giro di poche settimane, fa sapere oggi Il Mattino, l’industria del falso si è riciclata. Ha smesso di imitare gli oggetti di lusso per dedicarsi ai gadget per festeggiare la vittoria. Niente più borse, spazio alle maglie con il volto di Osimhen, Kvaratskhelia, e degli altri big azzurri. E soprattutto, via a bandiere e magliette con il fatidico numero tre. Ovvero quello che ricorda il terzo scudetto del Napoli.


Il contrasto alla contraffazione

A raccontare cosa sta succedendo sono gli uomini della Guardia di Finanza impegnati nella lotta alla contraffazione. Nel giro di pochi giorni nei sottoscala e nelle cantine la produzione ha cambiato volto. Cucitrici e presse a caldo sono state riconvertite. E con il lavoro notturno la camorra sta preparando i prodotti con cui inondare le strade della città. I clan, spiega il quotidiano, impongono infatti una specie di racket delle forniture ai negozianti al dettaglio. Dicono che devono comprare solo da loro. Impongono merce, strumenti, stabiliscono anche le merci da usare. Ma imporranno anche il pizzo ai venditor ambulanti che vorranno accaparrarsi i posti migliori. I più attivi sono quelli del clan Mazzarella. Che sono passati dal contrabbando di sigarette ai cd falsi. Per arrivare agli accessori in pelle. E alle sciarpe e alle magliette azzurre.


La concorrenza e i prezzi

Dovranno però stare attenti alla concorrenza dell’Alleanza di Secondigliano. La corsa per il momento è solo di carattere commerciale. Poi ci sono i prezzi. Lo stesso gadget può variare dai 10 ai 50 euro. A seconda di chi lo compra e dove. Mentre la società sta cominciando già a tutelarsi: «Ci costituiamo parte civile, come ha detto il presidente Aurelio De Laurentiis fin dall’inizio», dice l’avvocato Fabio Fulgeri. «Ormai seguiamo circa cento processi l’anno. Che aumenteranno alla luce dei sequestri di questi giorni. Non solo a Napoli. Anche a Cassino, Velletri. Persino a Pisa. O al Sud», conclude.

Leggi anche: