Silvio Berlusconi non ha pubblicato la sua dichiarazione dei redditi

Per legge doveva tirargli le orecchie Ignazio La Russa, ma non è accaduto

Silvio Berlusconi è il solo leader politico a non avere rispettato la legge che obbliga parlamentari e membri del governo alla pubblicazione della ultima dichiarazione dei redditi, della situazione patrimoniale e in caso di inizio legislatura anche dei finanziamenti ricevuti e delle spese effettuate durante la campagna elettorale. Tutta la documentazione doveva essere depositata in Senato e resa pubblica nella scheda personale del senatore sul sito Internet della istituzione entro tre mesi dalla sua proclamazione. Il termine ultimo entro cui effettuare il deposito era dunque quello del 13 gennaio 2023. Alla data di sabato 11 marzo, Berlusconi non aveva ancora reso pubblico nessuno dei documenti richiesti, tenendo riservata la sua condizione economica e reddituale che per lustri aveva invece reso pubblica perfino con un certo orgoglio.


Gran parte dei parlamentari non era in regola alla data del 13 gennaio, ma gli obblighi di legge sono stati rispettati con due o tre settimane al massimo di ritardo e considerando le vacanze natalizie probabilmente gli uffici di Camera e Senato hanno chiuso un occhio. Nel caso di Berlusconi invece la violazione di legge è a questo punto evidente, e secondo l’articolo 7 della legge che impone la pubblicità di quegli atti (legge 441 del 5 luglio 1982 nelle successive modifiche), «il Presidente della Camera alla quale l’inadempiente appartiene lo diffida ad adempiere entro il termine di quindici giorni. Senza pregiudizio di sanzioni disciplinari eventualmente previste nell’ambito della potestà regolamentare, nel caso di inosservanza della diffida il Presidente della Camera di appartenenza ne dà notizia all’Assemblea».


Visto il tempo passato, sia diffida che notizia all’assemblea per mancato adempimento avrebbero dovuto essere già date. Ma la tirata d’orecchie del presidente del Senato, Ignazio La Russa, fin qui non è ancora arrivata. La legge peraltro non prevede alcun altro tipo di sanzione per la sua inosservanza, e non è raro che qualcuno decida di infischiarsene non correndo particolari rischi nel farlo. Non era mai accaduto nella storia parlamentare di Berlusconi, che in Italia si era chiusa con la sua decadenza da senatore nel novembre 2013, la mancata pubblicazione della sua situazione patrimoniale e reddituale.

Anche dopo essere stato eletto parlamentare europeo nel 2019, Berlusconi aveva adempiuto agli obblighi di trasparenza compilando e firmando la «dichiarazione di interessi finanziari». In quel caso non si tratta della dichiarazione dei redditi – che nella Ue non è richiesta – ma dell’elenco delle cariche ricoperte e delle partecipazioni societarie eventualmente detenute specificando se per quelle o per attività da lavoratore dipendente o da lavoratore autonomo percepiva un reddito. In quella occasione Berlusconi dichiarò, elencandoli, di avere solo incarichi non retribuiti e di non percepire altro reddito diverso dalla indennità da parlamentare europeo.

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