No! Piero Fassino non ha pubblicato un tweet sfidando le banche russe a resistere a un anno di sanzioni

Qualcuno ha cercato di far credere che il politico abbia fatto un’altra profezia smentita, ma si tratta semplicemente di satira

«Grillo fondi un partito, vediamo quanti voti prende». Questa lungimirante frase di Piero Fassino è passata alla storia. Era il 2009. Beppe Grillo alla fine un partito l’ha fondato, e nel 2010 iniziava ad apparire nei sondaggi. Ora, c’è chi, basandosi su questa profezia dell’ex sindaco dem di Torino, sostiene che Fassino ci abbia riprovato. «Se le banche russe vogliono dimostrare che sono più solide di quelle americane, resistano a un anno di sanzioni, poi vediamo che succede». Questo è il testo che si legge su centinaia di post su Facebook nei quali viene condiviso lo screenshot di un presunto tweet del politico. Un’occasione perfetta, dato che le prime sanzioni dei Paesi occidentali nei confronti della Russia sono arrivate circa un anno fa. Fassino tuttavia, non ha mai twittato nulla del genere.

Per chi ha fretta:

  • Circola lo screenshot di un presunto tweet di Piero Fassino in cui l’ex sindaco di Torino avrebbe sfidato le banche russe a fare meglio di quelle statunitensi «dopo un anno di sanzioni».
  • Siamo ora a circa un anno dal primo pacchetto di dette sanzioni.
  • La frase si è guadagnata la viralità sull’onda della profezia di Fassino che aveva sfidato Beppe Grillo a fondare un proprio partito così da vedere quanti voti avrebbe preso.
  • Per quanto divertente, Fassino non ha mai scritto o pronunciato la frase contro le banche russe, che è stata diffusa da una pagina di satira.

Analisi

«Non ne azzeccano una neanche pagando!» si legge nella descrizione di uno dei tantissimi post che condividono lo screenshot. «L’aveva detto», rilancia qualcun altro. «Ah eccco…», fa eco un altro utente.

La frase che Fassino avrebbe scritto è:

«Se le banche russe vogliono dimostrare che sono più solide di quelle americane, resistano a un anno di sanzioni, poi vediamo che succede»

Di seguito vediamo lo screenshot di uno dei post oggetto di verifica.

Interessante che il presunto tweet torni alla ribalta proprio in un periodo di smottamento finanziario per le banche statunitensi, con il crac di Silicon Valley Bank e Silvergate. Si tratterebbe dello scenario perfetto per una seconda profezia sbagliata di Fassino. Tuttavia, cercando sul profilo twitter del politico, non ssi trova riscontro di questo tweet, così come la presunta notizia non appare cercando le parole chiave su Google. Di seguito vediamo uno screenshot dei risultati di ricerca di «Fassino banche russe banche americane».

Ma allora, da dove spunta questa frase? Sono gli stessi post su Facebook a rivelarlo. A pubblicare il presunto screenshot è stata la pagina Instagram comitato_centrale, anche nota come Comitato Centrale per la difesa dell’Ortodossia. Nell’immagine del profilo si legge: «Gulag. Contro il logorio del capitalismo moderno», sopra a un’immagine di Stalin che beve un liquore scuro che richiama il Cynar. Se non bastasse questo a farlo capire, è la stessa descrizione del profilo a informare chi lo visita che si trova al cospetto di una pagina di parodia e satira politica. E proprio al suo interno troviamo il presunto tweet di Fassino, che non è altro che un’immagine creata ad hoc e pubblicata il 14 marzo.

Conclusioni

Circola lo screenshot di un presunto tweet di Piero Fassino in cui l’ex sindaco di Torino avrebbe sfidato le banche russe a fare meglio di quelle statunitensi «dopo un anno di sanzioni». Siamo ora a circa un anno dal primo pacchetto di dette sanzioni. La frase si è guadagnata la viralità sull’onda della profezia di Fassino che aveva sfidato Beppe Grillo a fondare un proprio partito così da vedere quanti voti avrebbe preso. Per quanto divertente, Fassino non ha mai scritto o pronunciato la frase contro le banche russe, che è stata diffusa da una pagina di satira.

Questo articolo contribuisce a un progetto di Facebook per combattere le notizie false e la disinformazione nelle sue piattaforme social. Leggi qui per maggiori informazioni sulla nostra partnership con Facebook.

Leggi anche: