Milano, famiglie arcobaleno in piazza. In prima fila il sindaco Sala ed Elly Schlein – I video

Manifestazione dopo la direttiva del Viminale che impedisce di registrare alla nascita i figli di coppie omogenitoriali

Ha preso il via da piazza della Scala a Milano, davanti alla sede del Comune del capoluogo lombardo, la manifestazione delle famiglie arcobaleno contro lo stop imposto dal ministero dell’Interno alla trascrizione degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali. «Questo atto che sancisce di fatto l’inizio di una persecuzione di Stato nei confronti della comunità Lgbtq+ e che colpisce ancora una volta chi invece avrebbe bisogno di più tutele», hanno denunciato gli organizzatori della manifestazione, ossia Famiglie Arcobaleno, Cig Arcigay Milano e I Sentinelli di Milano. Tutto parte dalla circolare della Prefettura di Milano che, su sollecitazione di una direttiva del Viminale, ha portato alla richiesta da parte del prefetto meneghino, Renato Saccone, di interrompere il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali. A Milano, dal 2018, le famiglie omogenitoriali avevano la possibilità di trascrivere il certificato di nascita estero in Comune, sulla base di una ordinanza del sindaco Beppe Sala, che ha definito «un passo indietro» la direttiva del ministero dell’Interno. Presenti in piazza, oltre al sindaco Sala, anche la segretaria Pd Elly Schlein, l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino, l’ex sindaco di Parma Federico Pizzarotti, il segretario di +Europa Riccardo Magi, Emma Bonino, Vladimir Luxuria, il deputato Alessandro Zan, Susanna Camusso, Laura Boldrini e Francesca Pascale.


Sala: «Il governo fa di tutto per limitare chi non la pensa come loro»

Presente in piazza anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, che dal palco ha sottolineato che sul tema «c’è un grande vuoto normativo che va colmato». E per fare ciò, spiega Sala, «dobbiamo restare tutti uniti per permettere che queste famiglie e le loro storie vengano riconosciute. Io le ho viste, quando ho firmato. In qualità di sindaco è mio dovere guardare negli occhi i cittadini, non stare lì a raccogliere voti. Avete il mio sostegno, sono con voi». Il sindaco meneghino ha poi lanciato dure critiche all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: «Questo governo non solo ci darà poche soddisfazioni, ma sta facendo di tutto per prendersi tutto e limitare chi non la pensa come lui. Mi sono fermato perché non voglio illudere una famiglia, prima di tutto non voglio vedere sofferenze. L’importante è che questo vuoto normativo si colmi».


Francesca Pascale: «Meloni rifletta perché i diritti sono di tutti»

Francesca Pascale è stata tra le prime a farsi portavoce delle dure dichiarazioni contro il governo Meloni: «Io sono una liberale e questo è un governo omofobo perché discrimina. Alla Meloni non chiediamo scontri, è venuto il momento di smetterla con questi scontri tra destra e sinistra, perché i diritti civili sono i diritti di tutti, anche di Giorgia Meloni e di sua figlia. Non è una guerriglia tra chi è omosessuale ed etero». E non solo. Pascale ha accusato il vicepremier Matteo Salvini definendolo «razzista, perché ha più volte ripetuto che il Meridione non è l’Italia».

Chiara Appendino: «Dal governo pura ideologia: stiamo garantendo diritti di tutti, loro li sottraggono»

L’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, ha dichiarato: «La prima proposta di legge che ho depositato insieme con Alessandra Maiorino è proprio per il matrimonio egualitario e per garantire a questi bambini i diritti. Le famiglie arcobaleno io le ho conosciute trascrivendo e sono fantastiche, non c’è motivo di colpevolizzare e attaccarle in questo modo». E l’esponente del M5s ha aggiunto: «Noi siamo al fianco di queste famiglie perché quello che sta facendo questo Governo è inaccettabile, è pura ideologia. Voglio ribadire alla ministra Roccella che mente o non sa di cosa parla che non c’entra nulla l’utero in affitto. Stiamo garantendo dei diritti a dei bambini, loro li stanno sottraendo».

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