«Hitlerson 88» e i due rumeni che hanno fatto il saluto romano “bannati” a vita dallo stadio della Lazio. E il club si costituirà parte civile

L’annuncio del club al termine dell’indagine che ha portato all’identificazione dei tre responsabili di condotte antisemiti nel derby della Capitale di domenica scorsa

Non potranno più mettere piede allo stadio i tre tifosi che nel corso del derby della Capitale di domenica scorsa si sono macchiati di condotte antisemite: per lo meno non in quello della Lazio. Lo ha stabilito il club biancoceleste a seguito dell’identificazione dei tre responsabili. «Grazie alla collaborazione tra la società sportiva Lazio, il proprio servizio di sicurezza, gli steward e le forze dell’ordine, anche mediante l’utilizzo delle telecamere di sorveglianza dello Stadio Olimpico, si è proceduto in breve tempo all’individuazione di una persona che indossava la maglia con il numero 88 recante la scritta “Hitlerson” e di altre due che ostentatamente compivano il gesto del saluto romano», rende noto sul suo sito il club. Una volta terminato l’iter amministrativo degli organi di sicurezza e ottenute dalla questura le generalità dei tre individui, la Lazio, viene annunciato, «applicherà con severità il codice etico e disporrà il non gradimento, quindi l’allontanamento a vita dallo stadio». La società si costituirà anche parte civile per la richiesta di risarcimento danni negli eventuali procedimenti penali che seguiranno. «La Lazio si dissocia da qualsiasi comportamento di questo tipo, illegale e anacronistico, essendo innanzitutto parte lesa da tali comportamenti», sottolinea il club.


Ospiti sgraditi

La decisione autonoma della società, nelle cui curve da anni albergano e vengono tollerati elementi dichiaratamente razzisti e antisemiti, si aggiunge a quella presa nelle scorse ora dalla questura di Roma, che ha disposto il Daspo con divieto di mettere piede in uno stadio per cinque anni per il tifoso tedesco che ha indossato la maglia della Lazio con la scritta “Hitlerson 88”. Il Daspo del questore di Roma è arrivato dopo l’identificazione dell’uomo a seguito dell’analisi dei video da parte della Digos. L’uomo era entrato all’Olimpico senza indossare la maglietta, che ha messo solo quando ha preso posto in tribuna Monte Mario. Il tedesco, è poi emerso, già l’11 aprile 2009 aveva invaso il campo di gioco durante un derby romano ed era stato denunciato. Nel corso dell’indagine sull’uomo, al quale viene contestata la violazione della legge Mancino sull’incitamento all’odio razziale, sono emerse anche le responsabilità di due uomini di nazionalità romena che sono stati immortalati dalle telecamere di sorveglianza mentre ostentavano il braccio destro teso in avanti. Anche loro sono stati raggiunti da un Daspo.


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