Potenza, dopo 13 anni riapre al culto la chiesa in cui fu trovata morta Elisa Claps. La famiglia: «Un affronto alla decenza»

«In tutto questo tempo nessuna scusa ufficiale dalle autorità ecclesiastiche», ha spiegato l’investigatore che ha seguito le indagini. «Ora rivolgiamo pubblico appello a Papa Francesco»

Nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, in centro a Potenza, fu ritrovato, diciassette anni dopo il suo omicidio, il cadavere di Elisa Claps, uccisa barbaramente nel 1993 da Danilo Restivo, un giovane che la corteggiava senza successo. Ora secondo l’esclusiva riportata da Corriere, la Chiesa ha deciso di riaprire al culto quel luogo in cui il corpo senza vita della 16enne è stato ritrovato, nello sconvolgimento di un intero Paese che allora aveva seguito il tragico caso. Alla decisione però si oppone la famiglia: «Un affronto alla decenza consentire a quell’edificio di culto il ritorno alle ordinarie funzioni religiose», spiegano i parenti della ragazza citati da Corriere. «Qui si vuole dimenticare senza aver fatto memoria ed esperienza di quello che è successo», fa eco l’ex consulente della famiglia Claps nelle indagini Marco Gallo e ora mediatore nei rapporti con la Chiesa. Sono stati due gli incontri della famiglia con il vescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, ma nulla di fatto. La cosa che fa più indignare la madre e i fratelli Claps è che in tutti questi anni «proprio da parte della Chiesa non sono giunte parole di scuse ufficiali». Gallo continua: «Eppure in tutta questa vicenda la Chiesa ha precise responsabilità, sia per non aver vigilato su quanto stava accadendo alla Santissima Trinità che sul fatto di aver scoperto il cadavere di Elisa due anni prima del rinvenimento ufficiale e di averlo tenuto nascosto». Accuse che trovano riscontro nelle indagini e che i sacerdoti coinvolti hanno sempre rigettato. «La famiglia Claps non può opporsi all’eventuale riapertura della chiesa ma avrebbe però preferito che la Santissima Trinità, teatro di efferatezza, diventasse un centro culturale contro la violenza di genere intitolato alla memoria di Elisa. Potenza conta già tante chiese, aprirne ancora un’altra non è necessario», spiega l’ex consulente. «Continueremo a urlare la nostra indignazione e  rivolgiamo un pubblico appello a Papa Francesco affinché ci riceva, perché è giusto che sappia quello che abbiamo subìto». La storia di Elisa Claps prossimamente diventerà anche una serie televisiva per la Rai con la regia di Marco Pontecorvo.


La scomparsa e il ritrovamento

Il 12 settembre del 1993 la studentessa di 16 anni Elisa Claps esce di casa insieme a un’amica con la promessa alla famiglia di rientrare per il piano della domenica. Alle 11.30 si allontana dall’amica Eliana sostenendo di dover incontrare nella chiesa della Santissima Trinità Danilo Restivo, un ragazzo di qualche anno più grande che le aveva dato un appuntamento la sera prima per consegnarle un regalo. Da quel momento di Elisa si perdono le tracce. Giorni dopo fu lo stesso Restivo a dichiarare alle tv di aver incontrato la giovane in chiesa dove si era appena conclusa la messa, sostenendo di aver visto la ragazza allontanarsi verso la porta principale. Le ricerche degli investigatori si rivolsero ovunque tranne che nell’ultimo posto dove Elisa class era stata vista. Nel 2010 i suoi resti verranno ritrovati nel sottotetto della chiesa al centro di Potenza.


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