«Carbonara e panettone? Invenzioni recenti…», l’articolo del Ft che fa infuriare Coldiretti: «Attacco ai simboli della tradizione italiana»

Il quotidiano britannico in un colloquio con lo storico del cibo Alberto Grandi prende di mira alcuni piatti considerati grandi classici della tradizione culinaria italiana. Un attacco alla candidatura all’Unesco, secondo Coldiretti

Dal Financial Times arriva un «attacco surreale ai piatti simbolo della cucina italiana proprio in occasione dell’annuncio della sua candidatura a patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco» tuona Coldiretti, dopo un lungo articolo pubblicato dal quotidiano britannico che mette in discussione alcuni dei pilastri del tradizione enogastronomica italiana come la carbonara di invenzione americana o il panettone e tiramisù, che sarebbero molto recenti. Concetti già da tempo ribaditi dal prof. Alberto Grandi, storico del cibo e docente all’Università di Parma, che proprio in un colloquio con il Financial Times tutte quelle dichiarazioni che già gli erano costate durissime polemiche, dopo la pubblicazione dei suoi libri e la diffusione del podcast Denominazione di origine inventata, partito nel 2021. Grandi al Financial Times spiega come proprio l’esempio della carbonara sia emblematico per spiegare l’idea dello storico Eric Hobsbawm sull’invenzione della tradizione. Grandi racconta di aver chiamato il 97enne Bernardino Morono, nonno di un suo amico romano, che gli racconta come nei ricordi della sua infanzia ci sono pasti come «minestra, fagioli e verdure dell’orto di famiglia». Quando il docente gli chiede della carbonara, l’anziano risponde: «Forse una volta all’anno mangiavamo l’amatriciana, quando potevamo permetterci di ammazzare un maiale. Ma non avevo mai sentito parlare della carbonara prima della guerra».


La carbonara «americana nata in Italia»

Il motivo è perché, continua l’articolo del Ft, secondo lo storico del cibo Luca Cesari la carbonara è «un piatto americano nato in Italia», inesistente prima della seconda guerra mondiale. «La storia su cui la maggior parte degli esperti concorda è che uno chef italiano, Renato Gualandi, lo fece per la prima volta nel 1944 a una cena a Riccione per l’esercito americano con ospiti tra cui Harold Macmillan – scrive Marianna Giusti sul Ft – “Gli americani avevano pancetta favolosa, panna molto buona, formaggio e tuorli d’uovo in polvere”, ha ricordato in seguito Gualandi. Cesari respinge i miti secondo cui la carbonara era il cibo dei carbonai italiani del XVIII secolo come “antistorici”». «Ricostruzioni fantasiose – dice Coldiretti – si contestano le tradizioni culinarie nazionali più radicate. In sostanza la carbonara l’avrebbero inventata gli americani e il panettone ed il tiramisù sono prodotti commerciali recenti ma soprattutto si arriva addirittura ad ipotizzare che il parmigiano reggiano originale sia quello che viene prodotto in Wisconsin in Usa, la patria dei falsi formaggi Made in Italy”».


Il panettone

L’articolo del Ft ne ha anche per il panettone, di cui scrive che prima del XX secolo era solo una «focaccia sottile e dura farcita con una manciata di uvetta» di solito dai poveri e senza legami con il Natale. Grandi nel suo libro citato dal Ft spiega che il panettone come lo conosciamo oggi è un’invenzione industriale avuta negli anni ’20 da Angelo Motta del marchio omonimo. Fu lui a introdurre la nuova ricetta di impasto e fece partire la “tradizione” del panettone a cupola. Finché negli anni ’70 anche i panifici indipendenti iniziarono a produrlo per fare concorrenza ai supermercati: «Dopo un bizzarro viaggio a ritroso – scrive Grandi sul suo libro Denominazione di origine inventata – il panettone è finalmente arrivato a essere ciò che non era mai stato prima: un prodotto artigianale».

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