No! Questa foto non ritrae un militare statunitense che «ruba aiuti umanitari alla Siria»

L’immagine è stata condivisa dalla pagina ufficiale dell’esercito e inquadra un soldato che trasporta una tenda, parte degli aiuti inviati alla Turchia

Sui social negli ultimi giorni è diventata popolarissima la teoria secondo cui i membri dell’esercito statunitense avrebbero rubato gli aiuti umanitari che la Cina aveva inviato in Siria. Non è chiaro da dove nasca questa tesi, e su quali prove sia fondata, ma sembra aver convinto moltissimi utenti che l’hanno rilanciata, aggiungendo talvolta nuovi dettagli. Ecco cosa sappiamo.

Per chi ha fretta:

  • Molti utenti sostengono che l’esercito statunitense avrebbero rubato gli aiuti umanitari che la Cina aveva inviato in Siria.
  • Non viene esplicitata alcuna fonte per giustificare la teoria.
  • Il testo viene accompagnato da una foto che non è stata scattata nell’ambito di un segreto lavoro di inchiesta, ma pubblicata dagli stessi profili Instagram dell’esercito statunitense.
  • La Cina aveva inviato gli stessi materiali in Turchia finendo sotto gestione internazionale.
  • Lo stesso esercito americano ha successivamente spiegato cosa stava accadendo, e perché le affermazioni in circolazione sono da bollare come «categoricamente false».

Analisi

«Pochi giorni fa, i cinesi hanno scoperto che l’esercito americano utilizzava tende provenienti dalla Cina. Solo ora si è scoperto che queste tende provengono da un convoglio umanitario che la Cina ha inviato in Siria. Gli americani non stanno solo rubando petrolio dalla Siria, ma anche aiuti umanitari», si legge nel post condiviso da questa utente. Il testo è stato copiato e incollato su diversi altri profili, e se in alcuni casi la parole subiscono leggere varianti, non cambia mai l’immagine che accompagna i messaggi: la foto un un soldato biondo che trasporta un carico avvolto da un involucro bianco, sul quale si stagliano alcune parole in cinese.

Nel messaggio si scrive, al modo impersonale: «Solo ora si è scoperto». Ma chi è che ha «scoperto» la notizia virale? Non viene specificato. L’esperienza ci porta a dubitare di qualsiasi informazione che sembra essere piovuta dal cielo, senza alcuna origine rintracciabile e dunque verificabile. Se però l’informatore che ha dato origine alla teoria rimane avvolto nell’ombra, non possiamo dire altrettanto della foto.

L’immagine, infatti, è stata pubblicata proprio dal profilo Instagram dell’esercito americano. In un post del 7 marzo, quindi in data anteriore rispetto alle condivisioni che abbiamo visionato, è stata infatti pubblicata una carrellata di quattro foto, e quella incriminata risulta essere la prima. La descrizione del post recita (tradotto dall’inglese): «Guardate come @101stabndivaa sta #Facendoladifferenza. I First Strike Soldiers continuano a lavorare a sostegno dell’USAID – Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e dei soccorsi turchi alle persone colpite dal terremoto in Turchia. The First Strike Way! 🖤 #StrongerTogether#Peoplehelpingpeople#Support#disasterrelief».

Se fossimo al cospetto di un furto come quello denunciato dagli utenti, sarebbe a dir poco bizzarro che non solo avvenga davanti alle telecamere, ma anche che l’esercito decida di spiattellarlo in bella vista sui social così da farlo vedere al mondo.

Il profilo taggato è quello della 101st Airborne Division, l’unica divisione d’assalto aereo dell’esercito degli Stati Uniti. Lo apprendiamo dal sito ufficiale army.mil, nel quale troviamo anche qualche informazione in più sull’operazione fotografata:

Sulla scia del disastro naturale, il governo turco ha chiesto assistenza all’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti. In coordinamento con USAID, le forze armate statunitensi hanno lavorato in coordinamento con il governo turco e i suoi alleati e partner per fornire soccorso al popolo della Turchia

D’altronde sappiamo con certezza che la Cina ha teso la sua mano al territorio devastato, con molta generosità. L’8 febbraio per esempio il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, promise di offrire alla Siria aiuti umanitari di emergenza per 30 milioni di yuan (4,4 milioni di dollari). A distanza di circa una settimana, l’ambasciatore cinese in Siria Shi Hongwei e Moataz Dawji, l’assistente ministro dell’amministrazione locale e del ministero dell’Ambiente della Siria, si sono recati personalmente all’aeroporto di Damasco per prendere il lotto di aiuti umanitari provenienti dalla Cina. Il «pacchetto» prevedeva 80 tonnellate di forniture mediche, come respiratori e dispositivi che generano ossigeno, oltre a tende, kit di pronto soccorso, coperte, vestiti invernali e generi alimentari.

Gli aiuti cinesi alla Turchia

Ma Pechino si è dimostrato altrettanto prodigo nei confronti di Ankara. Subito dopo il terremoto, infatti, il Paese si è impegnato a dare una prima tranche di 40 milioni di yuan di aiuti di emergenza alla Turchia. C’è un’intera sezione, in un articolo sul tema pubblicato sul sito officiale del Governo cinese, intitolata «Il potere cinese si precipita in aiuto»: in essa viene spiegato che «il 15 febbraio, 11 tonnellate di materiali di soccorso in caso di catastrofe sono state trasportate gratuitamente da China Southern Airlines e donate dalla China Rural Development Foundation da Wuhan a Istanbul». E anche che «China Southern Airlines Logistics ha avviato il trasporto aereo dei materiali di soccorso e di soccorso per i terremoti della Turchia e ha assicurato con successo che circa 3,4 tonnellate di materiali di soccorso per i terremoti donati dalla Cina sono state trasportate gratuitamente da Pechino a Istanbul, in Turchia».

Sappiamo anche che pochi giorni dopo la Cina ha fatto arrivare in Turchia 53 tonnellate di tende: proprio il tipo di aiuto che sembra trasportare il militare inquadrato. Le testate cinesi, ai primi di marzo, raccontano inoltre che «nella prima mattinata del 28 febbraio, cinque grandi camion carichi di 1.200 aiuti di emergenza e tende resistenti al freddo e al caldo nel gruppo industriale Zhejiang Taipson sono partiti con urgenza per l’aeroporto di Shanghai Pudong. Queste tende saranno inviate nelle aree terremotate della Turchia e il secondo lotto di 1.800 tende verrà spedito nel corso della giornata».

La smentita

I colleghi di AP, infine, sono riusciti a mettersi in contatto con un portavoce del Dipartimento della Difesa, il tenente colonnello Garron J. Garn, il quale ha definito le affermazioni in circolazione sui social come «categoricamente false». Garn ha inoltre spiegato che il soldato – della 2nd Brigade Combat Team, 101st Airborne Division – stava caricando la tenda, tra gli altri oggetti da inviare alle autorità turche, in modo che potessero essere distribuiti alle persone colpite dal terremoto. In un’e-mail, ha specificato: «Abbiamo confermato con il soldato nella foto e l’oggetto che stava trasportando – una tenda – proveniva da uno stock più ampio di tende, che conteneva segni in più lingue. La pila di tende, una delle tante pile di articoli di soccorso salvavita donati dalla comunità internazionale alla Turchia, era sotto il controllo delle autorità turche presso la base aerea di Incirlik, una base aerea turca». Altre foto pubblicate dall’unità media del Dipartimento della Difesa il mese scorso mostrano membri del servizio militare con la 101a divisione aviotrasportata che caricano rifornimenti di soccorso alla base aerea di Incirlik per le persone colpite dal terremoto.

Conclusioni

La mancanza di fonti nei messaggi virali rilanciati sui social, combinata al fatto che l’immagine incriminata sia stata pubblicata in bella vista dalla pagina ufficiale dello stesso esercito statunitense, ci porta a dubitare dei traffici illeciti e segreti denunciati dagli utenti. Inoltre la narrazione che circola sui social è stata definita da un portavoce del Dipartimento della Difesa statunitense come «categoricamente falsa».

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