Tennis, la crisi (temporanea) di Berrettini: cosa sta succedendo a Matteo?

Il periodo buio per The Hammer continua e la famosa luce in fondo al tunnel è distante, almeno per il momento. In attesa della stagione europea su terra rossa dove può ritrovarsi

«La crisi può essere una benedizione perché può portare progresso», diceva Albert Einstein. Difficile, però, uscire dalla crisi quando i risultati (sportivi) non arrivano. E questo è il caso del tennista italiano Matteo Berrettini: il periodo buio per The Hammer continua e la famosa luce in fondo al tunnel è distante, almeno per il momento. «Passerà, mi sto impegnando come non mai», ha rassicurato, confermando la sua volontà di voler uscire – al più presto – dal buco nero in cui è caduto e che gli è costato l’uscita dalla Top Ten (e pure Twenty) delle classifica Atp, posizionandosi al 22° posto dietro Sinner (nono) e pure Musetti (ventunesimo). Da quell’infortunio ad Acapulco alla gamba destra che l’ha costretto al ritiro ai quarti di finale contro il giovane danese Rune, il tennista romano sul campo da gioco ha vissuto soltanto delusioni. Come una sorta di effetto domino, partita dopo partita, Berrettini è stato sconfitto alla prima gara giocata a Indian Wells dal giapponese Taro Daniel, eliminato nel Challenger di Phoenix dopo quel grido di aiuto «Toglietemi dal campo, vi prego, sono inguardabile» e fuori, pure, dall’Atp 1000 di Miami, battuto dallo statunitense Mackenzie McDonald con un doppio 7-6 dopo 2 ore e 18 minuti di gioco.


Le “accuse” sono sempre le stesse: Berrettini sembra aver perso quella sicurezza che lo ha visto vincere proprio nei difficili momenti di tensione. Ne è certo l’ex capitano azzurro di tennis, Nicola Pietrangeli, che ha cercato di fare un’analisi del non-momento Berrettini. “È bravo ma non si applica”: sembra essere l’accusa neanche troppo velata dell’89enne, campione del Roland Garros. «Mi sembra che Matteo si stia dedicando più alla pubblicità che al tennis…Non vorrei che facesse la fine di Volandri, che dopo aver battuto Federer a Roma non vinse più una partita. Berrettini è un bravo ragazzo, ma è un po’ come era Panatta: fantastico dalla vita in su, ma le gambe…». “L’esame” della crisi investe anche gli aspetti della vita privata del 26enne. E Melissa Satta, volata a Miami per assistere da vicino al match dei giorni scorsi, fa parte di questa categoria. Da tempo il tennista è travolto dalle critiche degli hater, convinti che il periodo buio sia legato proprio alla nuova relazione con l’ex velina. «Sto vivendo una relazione sentimentale come tutti gli altri ragazzi della mia età», ha detto il tennista. «Normale, e anche qui mi spiace che una cosa talmente positiva, che è un sentimento poi, venga girata come una distrazione professionale. L’amore non è una colpa. Al di là degli haters mi spiace per quelli che di tennis ne sanno: non sono critiche costruttive e non ne capisco le ragioni». Questione, per ora, chiusa.


Fatto sta che eravamo abituati ad accostare il suo nome a una ritrovata (e rinnovata) gold age del tennis italiano. E ora questa serie di sconfitte, sembrano impensabili. Impensabili per un giocatore di quel calibro: l’unico ad aver disputato la finale del torneo di Wimbledon e la semifinale degli Australian Open, nonché la semifinale degli Us Open sul cemento. Ma anche il solo ad aver raggiunto almeno i quarti di finale di tutte le prove del Grande Slam, raggiunto la semifinale di Coppa Davis e le finali di Atp Cup e United Cup, dove la squadra Italiana è stata sconfitta rispettivamente dalla Russia e dagli Stati Uniti. Ma esistono – per fortuna – le seconde possibilità e a venire in soccorso di Berrettini c’è la stagione europea sulla terra rossa. Montecarlo, il giorno di Pasquetta, poi a Monaco di Baviera, Madrid e infine a casa, al Foro Italico dove Matteo Berrettini può (finalmente) ritrovarsi.

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